Maiori, l’antica calcara nella frazione di Erchie

Maiori. Nella frazione di Erchie troviamo un’antica calcara che per tanti anni ha dato lavoro a molti nella Costiera amalfitana. La calcare è un grosso forno destinato alla produzione della calce utilizzata come malta per la saldatura delle pietre da costruzione e l’intonacatura degli edifici.
Diffusissime in tutta l’area dolomitica e prealpina in quanto la materia prima, la roccia calcarea, è sempre di ottima qualità, il prodotto finale veniva a volte trasportato e commercializzato in luoghi lontani, ma principalmente serviva per le necessità locali.
Per produrre la calce si raccoglievano sassi di roccia calcarea di non grandi dimensioni, per favorire la più facile lavorabilità, e li si accatastava all’interno di una apposita struttura fatta a modo di botte, parzialmente scavata nel terreno e rivestita a secco di altro pietrame.
Prima di accatastare i sassi, si provvedeva a riempire una camera di combustione proprio sotto la catasta di sassi, la porticina aveva lo scopo di permettere l’ingresso di aria ossigenata per la combustione oltre a permettere l’accensione del fuoco stesso e la continua alimentazione.
Doveva essere un fuoco molto vivace e doveva durare ininterrottamente e con costanza per circa otto giorni. La temperatura che si raggiungeva era tra gli 800 e 1000 gradi.
Per controllare lo stato di cottura si prendeva uno dei sassi e lo si buttava nell’acqua fredda e si verificava la tumultuosa (e pericolosa) reazione. Oppure si tentava di forare un sasso utilizzando un apposito punteruolo un ferro, se si riusciva a penetrarlo la calce era pronta.
Quando era pronta seguiva il lavoro di estrazione dal forno, un lavoro delicatissimo e pericolosissimo.
I sassi, ora trasformati in bianca calce detta appunto calce viva, sono altamente reagenti con l’acqua e potevano provocare ustioni gravi.
La calce viva veniva gettata in una apposita fossa scavata nel terreno ed irrorata d’acqua, e provocava una tumultuosa reazione chimica.
Al termine si aveva la calce morta detta anche calce spenta ed era pronta per la commercializzazione e l’utilizzo.
(video di Lucio Esposito e Sara Ciocio)