Quando la Commissione del Premio Ravello “Favole per un anno” invitò Maurizio Costanzo a scrivere una favola per partecipare alla prima edizione del concorso letterario, egli accettò immediatamente e di buon grado.
Il premio fu un’invenzione mia, allora assessore al turismo della Giunta Di Martino di Ravello, e dei giornalisti Carlo Barrese e Claudio Angelini. Per un posto da favola come Ravello il tema per un premio letterario non poteva che essere la favola.
Il regolamento prevedeva l’obbligo di presenza a Ravello dei premiati per la serata di premiazione, pena l’esclusione. Tutti i premiati presenziarono alla cerimonia che venne trasmessa anche da RAI 1 in seconda serata, tranne il giustificato Maurizio Costanzo che, però, si era impegnato a venire apposta a Ravello da solo successivamente a ritirare il premio ed anche ad ospitare me al suo già famosissimo Maurizio Costanzo show.
Promissio boni viri est obligatio, dicevano i latini, e Maurizio Costanzo è stato uno dei massimi “boni viri” che il giornalismo e la cultura italiana abbiano avuto.
Venne con l’allora sua moglie Marta Flavi con la quale aveva scritto la favola “CERCO”, e fu un pomeriggio che personalmente ho rinchiuso nello scrigno dei ricordi in un posto d’onore.
Ebbi modo di apprezzare la grandezza dell’uomo prima ancora che del professionista; esordì dicendomi: “sono qui per mantenere fede ad un impegno, sono ai suoi ordini, mi dica cosa vuole che faccia per la sua città”. A parte una visita alla Rondinaia per salutare l’amico Gore Vidal, non c’era nulla di programmato; e Maurizio Costanzo fu di una affabilità servizievole unica. Solo per ricordare uno dei tanti dettagli di quel giorno, che fu per me anche grande lezione di comunicazione, all’uscita dalla visita al Duomo, sul sagrato della chiesa una turista chiese a Costanzo di posare per una foto; lui accettò ovviamente e quando vide che mi allontanavo per lasciare l’obiettivo solo a lui e alla Flavi, mi richiamò e mi disse: “Venga assessore, venga al mio fianco, che le può essere utile”. Tutta la visita fu un continuo fra domande sulla storia e sull’identità culturale di Ravello e riflessioni profondissime sul futuro, il tutto condito sempre da apprezzamenti per quanto stavamo facendo e ringraziamenti per averlo prescelto.
Il premio, per quattro edizioni, ha portato a Ravello nomi importanti dei vari mondi; i proventi della vendita delle pubblicazioni che raccoglievano le fiabe, venivani devoluti all’UNICEF – la prima madrina del premio fu Giulietta Masina -; la TIM sponsorizzò il premio attivando il servizio telefonico “la favola della buonanotte”; furono quattro anni di successo, dopo i quali, come spesso capita, arriva la “damnatio memoriae”.
Inutile dire che partecipai emozionatissimo al Maurizio Costanzo show, ebbi l’onore della passerella, ma di più ebbi l’onore del saluto nel camerino di Maurizio Costanzo, il quale, per l’ennesima volta, pensò bene di ringraziare lui a me.
Oggi nel giorno del distacco dalla sua presenza fisica su questa terra, posso solo rivolgere a Maurizio Costanzo il Grazie più sentito da cittadino di Ravello e Italiano, per il suo essere stato Giornalista e Comunicatore, ma ancor più per essere stato, come pochi, un uomo corretto, un professionista eccelso, un Italiano modello.