Monta la protesta per il “Mistero monastero delle clarisse urbaniste di Ravello”
Monta la protesta per il “Mistero monastero delle clarisse urbaniste di Ravello”. La vicenda del Monastero delle Clarisse di santa Chiara a Ravello, in Costiera Amalfitana, continua ad interessare politici e cittadini.
La collettività chiede di sapere la verità. “Il diritto glielo danno:
1) Settecento anni di storia;
2) Il ruolo recitato direttamente sullo sviluppo economico e culturale di Ravello;
3) per l’essere una Comunità locale che ha sempre creduto nei valori della Cristianità più autentica;
4) Per amore di verità nei confronti di tre “Concittadine” trattate come autrici di misfatti e illegittimità”, affermano.
Riassumiamo la vicenda:
Il monastero sorge in uno dei punti più suggestivi di Ravello, tra Villa Cimbrone e la Rondinaia che fu dello scrittore Gore Vidal, ma ha un patrimonio immobiliare notevole: oltre all’edificio, il monastero detiene, quale frutto di donazioni accolte nei secoli di servizio alla comunità locale, anche la proprietà dell’immobile dello storico hotel Parsifal e tre locali commerciali in piazza Fontana Moresca che, insieme, pare rendano non meno di 200mila euro l’anno. La scorsa primavera, le tre monache avevano scritto a Papa Francesco offrendogli tutte le proprietà del monastero per la sua carità, il cui valore si aggira tra i 50 e i 60 milioni di euro. Il 25 giugno dal Vaticano il sostituto per la Segreteria di Stato venne incaricato da Francesco I di comunicare alle monache il sì alla donazione. Subito dopo è partito l’iter del trasferimento. Dinanzi alla loro resistenza sono state «dimesse» e mandate a casa. Suor Massimiliana ora è nella sua Nola, con la consorella Angela. Dopo diciotto anni di clausura, senza mai un ripensamento.