Napoli, Positanonews in visita sulla tomba di don Dolindo Ruotolo, il parroco Pasquale Rea “Tanti i segni che continua a dare”

5 febbraio 2023 | 10:41
Share0

Napoli, Positanonews in visita sulla tomba di don Dolindo Ruotolo, il parroco Pasquale Rea “Tanti i segni che continua a dare” . Partiamo da Piano di Sorrento un sabato pomeriggio, troviamo la strada libera sia in Penisola sorrentina che sull’autostrada A3 Napoli – Salerno da Castellammare di Stabia e arriviamo presso la Parrocchia di San Giuseppe dei Vecchi e Immacolata di Lourdes a Napoli dove riposano i resti mortali del sacerdote napoletano venerato in tutto il mondo, nel quartiere Stella, prima un caffè nell’accogliente bar Napoli, quindi entriamo in Chiesa e ci dirigiamo verso una persona senza conoscerla, e vestita in borghese in pratica, che ci attirava simpatia ed empatia a vista, era proprio il parroco don Pasquale Rea, che ha scritto anche una biografia “Sull’altare delle Beatitudini” edito dalla nota casa editrice cattolica Effatà.

Don Pasquale Rea da Don Dolindo a Napoli

“Don Dolindo è veramente molto ricordato e conosciuto in ogni parte del mondo – ci spiega don Pasquale Rea -, in particolare tanti arrivano dalla Polonia qui in questa chiesta . Con il suo esempio e la sua testimonianza cristiana ha aiutato numerosi fedeli a fare l’esperienza dell’incontro con Cristo”.

Don Pasquale non se la sentiva di fare un video ma ci ha raccontato molti aneddoti “Io sono venuto qui il 19 gennaio 2020, lusingato dalla presenza di tanti fedeli, poi ho scoperto che il 19 era la ricorrenza del mese dalla morte, ogni 19 si celebra una messa per lui.. un mese prima lo ho sognato a mezzo busto in questa chiesa che mi indicava come mia parrocchia.. tutti segni strani, come quando lo ho visto fra la folla a Lourdes, sento un legame molto forte con lui e poi ( dice sorridendo ) sono piccoletto di statura come a lui..”

Don Pasquale Rea da Don Dolindo a Napoli

Si sente molta fede in questa chiesetta , quasi nascosta in un dedalo di vicoli, tanti anche devoti alla Madonna di Lourdes , e qui si trova una riproduzione della grotta voluta proprio da Don Dolindo. In tanti si recano alla sua tomba a bussare per avere delle grazie per tre volte

“Lui ha detto bussate alla mia tomba a dire la verità è stato un diacono a dire tre volte, per il padre, il figlio e lo spirito Santo, come il segno della croce, non parliamo di miracoli, finchè questi non siano riconosciuti dalla Chiesa, ma tanti dicono di averli ricevuti..”

Lei ha qualche ricordo in particolare? “Una preghiera per un diacono, dopo la quale si riprese dall’ictus, poi una bambina che doveva farsi una difficile operazione per un tumore, i medici non vollero intervenire , dopo la preghiera chiamarono per dire che avrebbero provato, ma la bambina al Santobono non si risvegliava più… i genitori mi implorarono di andare da loro per pregare vicino alla figlia e , con grande difficoltà, visto che era il periodo della pandemia, ci andai, dopo la preghiera mi chiesero fiduciosi quando avrebbero avuto la buona notizia.. no so perchè gli dissi l’indomani che era domenica, ma avevo un peso addosso e non sapevo perchè gli avevo detto così, mi confessai e pregai don Dolindo, il giorno dopo non arrivò nessuna chiamata fino a tarda serata , la bambina si era svegliata, per me fu un grande sollievo..”

Don Pasquale Rea da Don Dolindo a Napoli

Sentiamo molta fede , un gruppo di donne si cura dell’altare, un uomo dei libri, tantissimi commenti e scritti durante il periodo della sospensione che ebbe per poi essere riammesso dalla Chiesa, come tanti santi ha avuto le sue incomprensioni dalle istituzioni, in genere la Chiesa non ama molto chi si scosta dall’ordinario, ma dai suoi frutti , la fede e la gente che accorre, si vedono i segnali di una persona profonda e piena di saggezza, il suo atto di abbandono è una grande terapia dalle ansie del quotidiano oltre che una preghiera di grande valore spirituale. Sulla sua vita don Pasquale Rea ha fatto un bel libricino, che ha avuto il merito di sintetizzare una storia importante e volumi imponenti che vengono studiati anche nella facoltà di teologia.

“Durante il lockdown – ha rivelato don Rea – mi sono sentito spinto dal Signore, attraverso l’intercessione di don Dolindo, a scrivere una sorta di accompagnamento spirituale che potesse sostenere tutti coloro che, come me, stanno vivendo questo tempo così particolare. Del resto, anche in questo senso, la vita di don Dolindo è emblematica, poiché egli ha vissuto lunghi tempi di isolamento, di incomprensione, ma non si è mai allontano dal Signore: tutt’altro, lo ha annunciato, ha scritto molto, ha predicato, a risollevato gli animi che coloro che erano nel bisogno”.