Parte la crociata contro il piano di ricostruzione post sisma

1 febbraio 2023 | 09:07
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Parte la crociata contro il piano di ricostruzione post sisma

I cittadini di Casamicciola chiedono la revoca in autotutela del PdRi, Ma da Palazzo Santa Lucia non sentono ragioni e promettono: lo completeremo entro l’anno

I cittadini chiedono concretezza, i vertici di governo partoriscono obbrobri. Cosi mentre l’emergenza alluvione è ferma, lo spauracchio del terremoto, gestito da mani incoscienti, agitati dal dio danaro e dalla brama di potere politico, incombe. Su tutti il piano di ricostruzione di Ischia che poi riguarda i comuni del Cratere sismico di Casamicciola, Lacco e Forio. In questo caos studiato che da “gestione straordinaria”di fatto si trasforma in “gestione ordinaria” è stata chiesta dai cittadini di Casamicciola la revoca in autotutela del PdRi, il piano dalla ricostruzione di Ischia nella speranza (l’ultima a morire) che qualcuno dai piani alti finalmente capisca la gravità della situazione.Nè va della vita di migliaia di persone! Non è un gioco. Ma la Regione, intanto, promette: lo completeremo entro l’anno che verrà. Una minaccia, più che un augurio.

PdRi: Revocatelo

Sul tema terremoto la questione è addirittura surreale. I cittadini attendono la ricostruzione, il famigerato piano PdRi, affidato con diversi rimaneggiamenti alla Regione Campania, è una iattura. Lo affermiamo senza alcun timore di smentita. Un atto sconcertante per il quale i cittadini hanno richiesto con apposita nota certificata la “revoca in autotutela” per i marchiani errori e le gravi sviste che lo stesso documento reca anche alla luce dei fatti registratisi e sopraggiunti con la valanga del 26 novembre. La zona del Celario era indicata come di riqualificazione e di recupero. Zona di sicurezza, adesempio.“Non è possibile pianificare un territoriosenza la conoscenza di quanto “esistente” su quel territorio”.Cosi la gente di Casamicciola DIFFIDA E METTE IN MORA Commissari, Regioni ed Enti “a provvedere alla revoca, immediata, di ogni atto connesso è consequenziale al P.d.R.I., piano di ricostruzione degli immobili interessati ubicati nei comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno interessati dal sisma del 21 agosto 2017.Ove si riscontrasse ulteriore indugio, inerzia ovvero ingiustificato ritardo si  riterranno codeste Amministrazioni e ogni soggetto coinvolto responsabile in solido di ogni ulteriore danno subito e subendo per la mancata messa in sicurezza dei siti “.

Il monito e l’impegno della gente affinché si capisca che non si può rifondare un paese con una ricostruzione di quartiere. La devastazione del terremoto è interconnessa a quella valanga. Non c’è il sisma del Majo, o la frana del Celario. C’è (da ricostruire) Casamicciola.

La regione invece promette: Lo approveremo

Invece la regione Campania, noncurante delle sue scelleratezze ha inviato un “augurio” di dubbio gusto alle popolazione messe sullo stesso piano del festival della Architettura 2023: “Auguri di Buon Anno– scrivono dall’Assessorato al Governo del Territorio sottolinenando- Un impegno speciale riguarderà, nel nuovo anno che parte, il completamento del Piano di Ricostruzione per i comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno, alle cui comunità va l’augurio per una pronta rinascita”.

Parole che suonano come un’offesa per chi da tanto, troppo tempo, è costretto da questa gente, da questa politica a trascorrere la prova esistenza in attesa,senza che sia garantito adeguata assistenza, tenendo conto della possibilità di mantenere la popolazione in luoghi territorialmente prossimi al Comune di residenza e di consentire il mantenimento dei legami parentali, sociali e relazionali della comunità, non ché il facile accesso al sistema dei servizi per le persone e le famiglie, a partire dai servizi scolastici e sanitari. Ed è così che ad oggi una soluzione necessaria sul breve periodo, a un anno dal primo terremoto si è cristallizzata senza sapere quanto a lungo verrà utilizzata. Istituzioni che fin qui non sono state in grado di fornire risposte, ma solo false speranze. Persi in un limbo che annienta la possibilità di partecipare alla ricostruzione fisica e morale del proprio paese.

Ricostruzione unitaria(negata) tra terremoto e alluvione 

Per sperare in una “ricostruzione unitaria” al momento negata che racchiuda quella legata al terremoto del 2017 e quella afferibile all’alluvione di questo 2022, bisognerà attendere tempi migliori, norme speciali misure ad hoc per Ischia. Norme che, allo stato, come i soldi,   non ci sono.Per il momento il commissario alla ricostruzione post sisma 2017 Giovanni Legnini ha prorogato di 45 giorni tutte le misure previste per il sisma. Le attività riprenderanno dopo questa prima quindicina di gennaio (doveva essere il 15 gennaio ndr) complici i temi di approvazioni del Dl Ischia posta alluvione. Per il piano della ricostruzione, affidata alla Regione Campania,  anche Legnini, concorda che sarebbe auspicabile uno stop una revisione ed una revoca  dei provvedimenti redatti da Palazzo Santa Lucia sin qui. Ciò proprio alla luce degli intervenuti eventi legati al disastro del 26 novembre scorso.Ma concordare non basta, servirebbe, finalmente, un atto di concreta lungimiranza sul caso Ischia.Altrimenti condannato alle emergenze ed alle sciagure.

Un marchio.Il popolo dei senza casa sacrificati sull’altare della “zona rossa”

Ad oltre 40 giorni dalla frana di Ischia a quasi 6 dal terremoto, tanti i nodi da sciogliere, profonde le ferite di Casamicciola, il comune ischitano più colpito dalle catastrofi, il cuore dei Crateri. Il rientro a casa delle famiglie nellacosidetta’zona rossa’ resta un miraggio. Il popolo di Casamicciola nasce e muore lontano dal suo paese nelle stanze degli hotel o nei monolocali presi in fitto in terre straniere.La ‘zona rossa’ diventa cosi un peso troppo grande, un marchio impresso con il fuoco sulle vite di pochi uomini sacrificati sull’altare di un falso mito: il rischio. Il marchio dalla mano interessata di pochi uomini che da tanto, troppo tempo, agiscono senza lealtà situazionale e che per interesse condanna a vita migliaia di senza nome che oggi garantiscono poltrone e incarichi. Oltre 400 gli sfollati, la maggior parte ospitati in hotel riaperti per l’emergenza, ma dopo l’alluvione, in occasione delle allerta meteo, molti altri hanno dovuto lasciare le loro abitazioni per sicurezza in attesa del piano di emergenza definitivo. Più di 1000 sfollati del sisma che attendo la ricostruzione. Si parla di un popolo di quasi 2mila persone la cui esistenza resta sospesa dietri decisioni e atti che non vengono assunti. Una delle questioni più importanti sul tavolo del commissario Giovanni Legnini, che ad oggi tratta entrambe le materie ed in queste settimane continua ad indire riunioni, ma di concreto sul piatto nulla si vede di questo presunto “intenso programma di lavoro”. Relegato ad Ischia, Legnini si aggiunge alla lunga lista di moviole messe a governare le macerie di Ischia. Dal primo gennaio lo fà in modo esclusivo.Non si può pensare ancora di gestire il territorio di Ischia, la pianificazione del territorio e gli interventi necessari dando sempre e solo attuazione alle ordinanze partorite a strati.Cosi lentamente muore una comunità.Muore in attesa di provvedimenti istituzionali che non arrivano mai.Una comunità  sospesa, offesa ed umiliata da un paese, uno Stato che non ha saputo assolvere al suo compito.