Ravello, la vicenda del Convento è un problema di tutta la comunità che desta ancora sconcerto
Ravello, la vicenda del Convento è un problema di tutta la comunità che desta sconcerto . Cosa succede nella Città della Musica? Una situazione sconcertante se si pensa che le suore che avevano cercato di salvare il convento poi sono state “spogliate” senza alcuna forma di assistenza e tutela, un’azione inaudita e ancora senza spiegazioni a firma Bergoglio, cioè il Papa, senza che il Vescovo abbia ancora fatto una dichiarazione, non è solo un aspetto umano e religioso, non è una vicenda di poco conto, è un provvedimento devastante , anche se non è lui è stato il Dicastero, una cosa che ha lasciati tutti sconcertati, un gesto di una gravità inaudita anche umana, per il quale ancora non sappiamo abbastanza, se non che loro volevano difendere questa struttura da una possibile trasformazione ricettiva turistica molto appetibile visto che siamo in Costiera amalfitana.
Massimiliana Panza e suor Angela Maria Punnacka, sono state accusate di disobbedienza alla Chiesa e all’Ordine delle Suore clarisse urbaniste d’Italia non sono più suore, si trovano violentemente fuori dal convento e dalla loro vita, e non saranno più loro, come facevano , ad assistere la 97enne suor Maria Cristina Fiore, lo scorso giugno avevano rifiutato il trasferimento in tre diversi monasteri italiani, speravano nella formalizzazione dell’atto di donazione in favore di Papa Francesco dell’intero patrimonio del monastero di Santa Chiara (il cui valore si aggira tra i 50 e i 60 milioni di euro), al fine di salvarlo da un’eventuale soppressione, ma proprio dal Vaticano e dal Dicastero del Papa vengono estromesse.
Non avendo i documenti alla mano, ma come noi nessuno li ha, neanche l’amministrazione comunale che dovrebbe sapere tutto quello che succede sul suo territorio, almeno dal punto di vista di possibili future destinazioni urbanistiche, continuiamo a rimanere basiti e sconcertati , anche per il comportamento della Chiesa di solito prudente e diplomatica, ma qui è stata particolarmente violenta e impattante, due esseri umani che avevano scelto di vivere la vita religiosa sono stati buttati fuori improvvisamente, solo questo sappiamo, quali sono i motivi così gravi, solo la disubbidienza a voler lasciare momentaneamente il Monastero? Se della Chiesa non sappiamo nulla e a volte non possiamo saperlo, dello Stato possiamo e dobbiamo sapere . Ci sono ancora tanti interrogativi da porsi, come l’intervento dei carabinieri al momento della sostituzione, come mai se non vi era un reato e neanche un provvedimento giudiziario esecutivo di sfratto, per il quale in genere, dopo aver avvisato e fatto vari tentativi, si chiede l’ausilio della forza pubblica? E il sindaco che dice? Il Comune dovrebbe sapere la consistenza immobiliare del convento e i suoi vincoli, sarebbe necessario creare una commissione. Un intero paese viene offuscato da questo momento sconcertante e ad ora non chiaro , bisogna far luce su questa vicenda nell’interesse della collettività. Ci sono le rassicurazioni di Padre Panebianco all’insediamento delle suore, ma quello che è successo non è cosa da poco conto, anche per l’immagine della Chiesa e il silenzio del Vescovo è assordante, mentre intanto dal Comune non sono arrivate assicurazioni legali che diano la certezza chen non vi sia in futuro tale destinazione. In redazione è giunto un commento .
“Munasterio ‘e Santa Chiara…
‘Nchiuse dint’a quatto mura, quanta femmene sincere, si perdévano ll’ammore, se spusavano a Gesù!” 🎼
A Ravello le clarisse oggi, avrebbero potuto essere già in 5, invece sono di nuovo solo 3!
A pensare male si fa peccato ma a volte ci si azzecca, diceva un politico della seconda repubblica, e nella vicenda ravellese del monastero, traspare la possibilità che si voglia “desertificare” coattivamente il monastero, per poter giustificare un futuro “uso” più turistico della struttura…
Sarebbe stato traumatico e difficile da motivare, trasferire le due “ribelli” in altre sedi monastiche.
Molto più facile dispensarle dagli obblighi della sacra ordinazione tigliendole i voti, rimandandole a casa propria, ammesso che dopo una vita spesa in convento, ne abbiano ancora una!
Al momento c’è solo silenzio, ci sta un comitato, presieduto da Gino Schiavo, e l’ex sindaco Salvatore Di Martino che ha proposto un consiglio comunale ad hoc fuori il convento, ma nessuno parla , si vorrebbe portare tutto a tacere ovviamente, ma è l’aspetto umano che ci ha sconcertato e anche il futuro di questa struttura non è cosa solo del privato o della Chiesa, visto che la presenza di tante strutture turistico ricettive sta stravolgendo l’assetto socio urbanistico della nostra Costa d’ Amalfi desertificandola di fatto non solo degli abitanti, ma anche della sua cultura e storia