Sulla vicenda del Monastero di Santa Chiara intervista esclusiva all’Avv. Paolo Imperato, presidente di “Ravello Nostra”

Ravello. In questi ultimi giorni si sta parlando tantissimo della vicenda dello storico Monastero di Santa Chiara e di suor Massimiliana Panza e suor Angela Maria Punnacka, le due suore di clausura “ribelli” che, dopo aver inizialmente rifiutato il trasferimento per difendere l’antico luogo religioso dalla soppressione, sono state entrambe destinatarie di un provvedimento che toglie loro i voti, per l’atto di disobbedienza alla Chiesa ed all’Ordine delle Suore clarisse urbaniste d’Italia. Dispensate dagli obblighi provenienti dalla sacra ordinazione.
Intanto al monastero si è insediata una nuova comunità, con tre suore aggiuntesi alla 97enne Suor Maria Cristina Fiore, che a causa delle sue precarie condizioni di salute necessita di assistenza.
Sulla vicenda abbiamo intervistato in esclusiva l’avvocato Paolo Imperato, presidente dell’associazione “Ravello Nostra”: «Siamo intervenuti su questa vicenda perché intendiamo chiedere che si faccia luce e che si chiariscano i punti oscuri. Un provvedimento di dimissione di una religiosa è di una gravità inaudita e vorremmo saperne i motivi con chiarezza anche per la procedura con cui è stato effettuato. Una procedura irrevocabile partita direttamente dal Santo Padre. sempre che lo stesso ne abbia esatta contezza. Anche su questo – e su come funziona il Diritto Canonico -vorremmo avere delle risposte. Il nostro documento – come Associazione – dà voce all’intera comunità che vorrebbe si facesse chiarezza su questa vicenda che ha lasciato tutti sgomenti. Va considerata la vicenda anche dal punto di vista umano perché le due suore si ritrovano fuori dal Convento, fuori dal proprio ordine religioso, fuori da ogni tutela. Prima di arrivare a qualsiasi valutazione vorremmo che questo fosse messo in luce e chiarito. Vogliamo capire cosa sia effettivamente successo perché non crediamo basti una sola disobbedienza per arrivare ad un provvedimento così grave e drastico, addirittura irrevocabile ed inoppugnabile. La nostra posizione verrà formalizzata in un documento ufficiale che sottoporremo allo stesso Pontefice. Crediamo che le due suore abbiano rappresentato la volontà di una comunità per la tutela del Monastero. Noi, come associazione, ci batteremo per l’identità culturale di Ravello e soprattutto per fare luce su questa vicenda nel migliore dei modi. Ho cercato di sentire personalmente le religiose ma non ci sono riuscito ed ho inviato loro per un messaggio per manifestare la nostra solidarietà».

 

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