Convento delle clarisse a Ravello: Corsi e ricorsi storici.
Oggi il Consiglio Comunale di Ravello è chiamato a dire la sua, sulla tristemente nota vicenda del Convento di Santa Chiara.
Aggiungo subito la sintesi del mio pensiero: Era ora! Il Massimo Consesso cittadino avrebbe dovuto da subito far sentire la sua voce, senza posizioni pilatesche, senza infingimenti, e senza falsi timori reverenziali per alcuno, forse, con una unanimità che avrebbe reso merito ai protagonisti prima, e alla Storia poi.
Se è vero come è vero che quella Istituzione sta là da ottocento e passa anni, vuol dire che il connubio Ravello-Clarisse è storico e reale; ed è proprio questo connubio che, non solo legittima il Consiglio Comunale ad occuparsene, ma a nostro parere lo obbliga; altro che rispetto e silenzio.
La cosa che ci fa amaramente sorridere è la constatazione che storicamente la “Chiesa” di Ravello sin dalle sue origini, ebbe il privilegio di essere sottoposta direttamente al Papa, oggi una parte della Chiesa di Ravello ha visto proprio il Papa – ovviamente filtrato dalla Curia romana – protagonista di due atti che fra loro stridono per contrapposizione e clamore: Un Papa dice di accettare il “dono” di due/tre Clarisse; lo stesso Papa spoglia quelle Clarisse della veste monacale.
Tutto questo non può non imporre alla collettività Ravellese una presa di posizione attraverso l’Istituzione massima che la rappresenta, per l’appunto il Consiglio Comunale.
Per non rimanere sterili osservatori e narratori di fatti, di storie e di Storia, avanziamo sommessamente una proposta che parte da alcune considerazioni oggettive e storiche; Quali?
1) Le vocazioni claustrali scarseggiano e il loro trend è in calo;
2) Alcune (2?) nuove suore sarebbero già incardinate nel Convento per assicurarne la sopravvivenza almeno giuridica;
3) Il Papa è stato già abbondantemente tirato per la tonaca dalla stessa Congregazione delle Urbaniste;
4) L’intero complesso nella storia recente del paese ha visto la compresenza: di una parte di clausura rigorosa, di un asilo, di una foresteria per accogliere “i familiari delle suore” (ma bastava telefonare, chiedere una stanza e pagare, per avere ospitalità – a suo tempo da Sindaco ho dovuto occuparmi direttamente della questione che l’allora Associazione degli albergatori di Ravello mi poneva un giorno sì e uno no, come una sorta di “B&B ante litteram);
5) Un altro Ordine Monacale conviveva con le Clarisse per la gestione dell’asilo (la mitica Suor Stefanina per tutte).
Se a queste considerazioni aggiungiamo che per il nostro territorio e per i nostri concittadini sono di attualità ed emergenza due specifiche esigenze: avere un asilo nido e poter contare su una RSA per anziani, la proposta è naturale e quasi obbligata:
Il Consiglio Comunale potrebbe proporre, anche direttamente al Papa, di:
a) Residuare la presenza claustrale delle Urbaniste nella parte più storica del monastero;
b) Favorire il ritorno di un altro Ordine Monacale che dovrebbe occuparsi dell’allestimento e gestione di un asilo nido ed una RSA per anziani nella parte residua del complesso che include anche la parte moderna;
c) L’Amministrazione Comunale garantirebbe ogni supporto amministrativo e politico per l’esecuzione dei necessari interventi ed anche per facilitare il ricorso all’utilizzo di eventuali fondi pubblici di finanziamento, e si potrebbe ipotizzare anche la costituzione di un organismo Pubblico-Privato (Comune-Convento) per la gestione dell’insieme.
d) Costituire un Comitato Promotore per l’attuazione del deliberato, che risponda direttamente al Consiglio Comunale.
Ovviamente le nostre riflessioni e proposte non sono il Vangelo; altrettanto ovviamente sappiamo bene che altre menti più illuminate potranno proporre alternative ancora più valide; quello che invece sappiamo bene e, secondo noi sarebbe doveroso per la Storia e per Ravello, è che il Consiglio Comunale, oggi, trovi una UNANIMITA’ di posizione e di proposta, che inglobi anche il sostegno di tutti gli attori che hanno colorato la vicenda fino ad oggi, purtroppo con tutti i colori dell’arcobaleno.
Che Maggioranza, Opposizione A e B, Comitato cittadino, Ravello Nostra, singoli cittadini, La Ribalta, Ravello in scena, l’Azione Cattolica, la Chiesa locale, e finanche il neonato Gruppo “Aspettando il Tricolore”, possano ritrovare una visione unanime che ha fatto la Storia e la Fortuna di Ravello nel Medioevo, e che da troppi anni è scomparsa dai cuori e dalle menti dei Ravellesi.
Che Ravello possa finalmente ritrovare la compattezza almeno su un bene che giuridicamente è di un Ordine monacale, ma moralmente è di tutti i Ravellesi, passati, presenti e futuri.