Oggi, 25 marzo ricorre il Dantedì, una giornata dedicata alla figura di Dante Alighieri, illustre poeta e autore di una delle opere letterarie più conosciute al mondo: “La Divina Commedia”.
La data, scelta appositamente dagli studiosi per commemorare la figura del Sommo Poeta, è l’espressione più significativa dell’inizio del viaggio immaginario nell’aldilà.
Tante sono state le iniziative, anche on line, organizzate dalle scuole e dalle istituzioni culturali.
Ne elenchiamo alcune: a Firenze I Musei del Bargello hanno proposto un programma dedicato al Medioevo, e a Santa Croce è stato spiegato il racconto del legame indissolubile tra il complesso monumentale e Dante; a Palazzo Reale di Napoli visita speciale sul tema del “Paradiso”; il Planetario metropolitano di Reggio Calabria ha invitato la cittadinanza sotto la sua cupola, a “osservare il Cielo con gli occhi di Dante”.
Tanti i concerti da Milano a Salerno.
Dante è stato il più grande poeta che l’Italia abbia mai avuto, e tutti lo chiamano, giustamente, il “padre della lingua italiana”.
Diede al volgare la dignità di una lingua letteraria, innalzandolo al livello del latino e dimostrandone la versatilità e la bellezza; diede alla poesia nuovi contenuti e nuove forme. Iniziatore dello Stilnovismo, costruì una lingua dolce e piana che successivamente influenzò Petrarca e la poesia lirica; fu, infine, un uomo immerso nel suo tempo, coinvolto nelle travagliate vicende politiche di Firenze ed esule poeta girovago.
“Conosceva tutte le passioni umane, proprio tutte. Attratto dalle cose bellissime e dalle cose bassissime. Stava attento ma era attratto anche dal fascino del male. […] Ma a parte tutte le innovazioni si ama Dante, proprio perché parla di noi, di ognuno di noi. Nessuno conosce meglio le passioni umane, il profondo dell’animo umano come lo conosce Dante.”
Dante per l’italiano ha fatto più di tutti gli altri scrittori messi insieme.