Emergenza Covid, Conte sia fatto senatore a vita e il 7 marzo festa nazionale
E’ quanto sostiene Giuliano Ferrara oggi in un articolo su Il Foglio. L’ex Premier chiuse l’Italia al momento giusto facendo meno errori di tanti altri. La chiusura del 7 marzo 2020 dovrebbe essere ricordata come festa nazionale.
In questi giorni, a tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia di Covid che, tra febbraio e aprile 2020, colpì la Bergamasca con oltre 6 mila morti in più rispetto alla media dell’anno precedente, i mezzi di comunicazione continuano a mettere in risalto la notizia della conclusione dell’inchiesta per epidemia colposa con 19 indagati tra cui l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, il Governatore della Lombardia Attilio Fontana e l’ex assessore della sanità lombardo Giulio Gallera. Epidemia colposa, omicidio colposo, rifiuto di atti d’ufficio, lesioni colpose e falso sono i reati contestati, a seconda delle posizioni, dalla Procura di Bergamo. Immediata la massima disponibilità e collaborazione con gli inquirenti da parte del presidente del Movimento Stelle, dichiarandosi assolutamente tranquillo di fronte al paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica. Per l’ex premier Giuseppe Conte, così come per l’ex ministro Roberto Speranza, i vertici del CTS(Comitato Tecnico Scientifico) e dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), l’accusa è di non aver dato attuazione alle prescrizioni del Piano Pandemico che, benché fermo al 2006, conteneva comunque indicazioni su come agire in caso di pandemia, nonché la mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana. In particolare i magistrati contestano la sottovalutazione, se non proprio la non considerazione, del rapporto al ministero della Salute dell’epidemiologo Stefano Merler dell’Istituto Kessler, in cui si spiegava che l’indice di contagio bergamasco era già fuori controllo dal 28 febbraio. Allarmi che , secondo i magistrati, vennero ignorati. Ebbene nel ricordare quelle settimane, quei mesi, durante i quali difficilmente un altro governo avrebbe saputo fare meglio, anche perché ogni giorno presentava una emergenza diversa ,così come diverso e continuamente variabile era il volto del nemico da combattere. Circa il quale, in tanti, tra virologi, immunologi e altri scienziati non riuscivano a dare una visione e pertanto una soluzione univoca, ora in molti dimenticano quanto i nostri governanti dell’epoca fecero per il Paese.
A rievocare quei giorni tremendi e a rivalutare (semmai ce ne fosse stato bisogno) l’azione del governo e nello specifico del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ci ha pensato Giuliano Ferrara, non un giornalista di area vicino al M5S, anzi uno che spesso ha criticato l’azione pentastellata. In un articolo pubblicato oggi sul Il Foglio , Ferrara lascia intendere che quanto fatto all’epoca dal governo, Giuseppe Conte meriterebbe la nomina a Senatore a vita. In quanto chiuse l’Italia al momento giusto facendo meno errori di altri politicanti. Tra i quali, nello specifico, Ferrara fa riferimento al premier inglese Boris Johnson. Con l’inchiesta giudiziaria presunti storiografi, esperti e periti che ne hanno dette di cotte e di crude, scrive Giuliano Ferrara, adesso ne chiedono la condanna. Ma sul lockdown l’ex premier ha fatto la scelta giusta, mentre gli zanzarologi straparlavano.Ma questo avvocato Conteè stato veramente “un gran figo”, evidenzia Ferrara. “Più leggiamo le chat da cui si evince che virologi, politici, funzionari, accademici, zanzarologi, amministratori, sanitari a vario titolo a fine febbraio del 2020 non ci stavano a capire un tubo, perché il Corona era una vera emergenza, è stato agli inizi un vero mistero ambulante, più si rivaluta il fatto certo che il presidente del Consiglio chiuse l’Italia per decreto la notte del 7 marzo del 2020, oggi dovrebbe essere festa nazionale.” – 07 marzo 2023 – salvatorecaccaviello
Fonte: Il Foglio