Gli occhi sono lo specchio dell’anima: una riflessione che parte dal Vangelo di oggi
Oggi, IV domenica di Avvento, il colore predominante è il rosa e il simbolo è la vista.
Senza la luce della fede saremmo praticamente ciechi.
Attraverso lo sguardo si può comprendere molto del mondo interno di una persona, ma attenzione, guardare gli altri non sempre ha come denominatore l’espressione di sentimenti positivi.
Una felice analogia di forma unisce l’occhio al Sole, simbolo di luce e di energia; la vista è quello dei cinque sensi più vicino alla mente. Lo sguardo rispecchia la coscienza e per questo motivo esprime ciò che si fa consapevolmente. Dallo sguardo si capisce come e perché si guarda una persona in un certo modo, mentre altri aspetti del linguaggio del volto e del corpo possono sfuggire.
Per molte tradizioni gli occhi sono lo specchio dell’anima, nel senso che riflettono in maniera immediata le emozioni, le paure, le sfumature emotive più intime.
Dall’occhio e dal suo sguardo si ha un accesso diretto a una dimensione molto intima. “Guardami negli occhi!”, si dice, quando di qualcuno non ci si vuole lasciar sfuggire nemmeno uno sguardo. Uno sguardo, si dice, vale più di mille parole… In effetti, con gli occhi non solo guardiamo e osserviamo ma, più e meglio che con il linguaggio, comunichiamo stati d’animo e manifestiamo il nostro carattere. Ecco allora che diventa significativa la direzione dello sguardo, la sua intensità, i sui movimenti…
Per i bambini lo sguardo di un genitore può da solo rappresentare una minaccia, una punizione, un incoraggiamento o un’approvazione.
Tra adulti, uno sguardo può esprimere amore, affetto, ammirazione, sfida, imbarazzo, disapprovazione, disgusto, odio.
Una vita “senza sguardi” è una vita “cold”, una vita dove l’incontro con l’altro è precluso e viene meno la principale funzione dell’uomo, quella di essere un animale sociale.
Quindi, l’augurio di oggi è quello di non osservare, ma guardare al mondo con la purezza di cuore.