Il potere della parola: terminato stasera il percorso “Parole di Quaresima” ad Amalfi
Il potere della parola è immenso. La parola è lo strumento con cui si trasmettono le emozioni e con cui si può fare del bene e del male; è il mezzo con cui si può ingannare la gente, con cui si può modificare la verità a proprio vantaggio e con cui si può influenzare la mente altrui. Le parole trasferiscono emozioni e, se usate in modo appropriato, sono in grado di modificare enormemente la percezione delle cose o delle esperienze. Attraverso le parole esprimiamo idee, desideri, stati d’animo e sentimenti: per questo motivo, un corretto uso delle parole è fondamentale per il dialogo e la comprensione sia verso noi stessi che verso gli altri.
“Parole di Quaresima” è stato soprattutto questo: un buon uso della parola per indurre gli ascoltatori alla riflessione.
Per 33 incontri serali è stato letto il Vangelo del giorno, ha parlato il silenzio, tutti hanno intonato canti carichi di significato sul vero senso della vita.
Hanno partecipato agli incontri molte persone, in particolare tanti ragazzi, che sono stati ribattezzati “i ragazzi della Chiesa di Porto Salvo”. Per loro in questo periodo la chiesetta sotto la Porta della Marina di Amalfi è diventata un luogo di appuntamento, un impegno quotidiano per dedicare qualche minuto al silenzio ed alla preghiera, per stare insieme, per scambiarsi sorrisi, abbracci, strette di mano, per condividere un’esperienza diversa, pulita, costruttiva…
Il parroco, Don Antonio Porpora, con una sincerità disarmante ed un sorriso contagioso, ha confessato di essere rimasto sorpreso della riuscita di questi incontri, che hanno reso più sentito e vero il cammino quaresimale, un’esperienza che ha fatto crescere lui e tutti i fedeli.
Chi ha partecipato, ogni sera è ritornato a casa più leggero e più motivato ad abbracciare la propria croce quotidiana, piccola o grande che sia, con spirito cristiano.
Non ci resta che dire grazie a Don Antonio, grazie ai ragazzi, grazie ai genitori ed ai tanti amalfitani che si sono fatti compagnia nel nome di Gesù e la speranza è che non resti un’esperienza fine a sé stessa.