Lettere da Piano di Sorrento – La TV per chi si accontenta
Lo so: oggi, dopo i progressi raggiunti nel mondo della telematica, siamo in grado di utilizzare tutti quei congegni che consentono di guardare i programmi migliori. Ti puoi scegliere i film, la ginnastica da fare, puoi insomma disporre, al di là degli schemi convenzionali, al di là del quotidiano visibile. Noi, però, che siamo rimasti indietro, che pur godendo del satellitare subiamo le interruzioni e le criptate a seconda dei capricci meteo, noi gente comune, casalinghi che ci aggiriamo in casa passando dalla cucina, nel profumo del caffè al soggiorno dove appare il nostro magnifico televisore a cristalli liquidi, noi dobbiamo accontentarci di quello che ci dà mamma Rai o Mediaset.
Non abbiamo molte scelte. Apprendiamo così che l’anarchico Cospito continua lo sciopero della fame perché il 41bis non glielo toglie nessuno. Sappiamo che Salvini ha festeggiato i suoi 50 anni, con una festa privata, divenuta poi di pubblica conoscenza, sollevando così nel mondo della politica legittime critiche perché si è svolta all’indomani di quel Consiglio dei Ministri voluto quasi sadicamente in loco.
Continua la vergognosa carneficina di morti in Ucraina; il Papa, con tristezza, celebra, nell’umiltà francescana, il suo decennale. Apprendiamo altre tragedie di migranti e che una banca americana, di spessore, è fallita in pochissimo tempo.
Non ho ancora visto apparire sullo schermo il signore dai capelli brizzolati in mutande e non so a che punto siano le sue perdite urinarie. Belle canzoni del passato reclamizzano le tenute di mutande, reggiseni, o ci raccomandano di mangiare la pasta De Cecco.
La vita continua, convegni, congressi, videoconferenze, incontri e scontri politici, i giovani muoiono in folle corsa sulle strade; la povera gente muore sotto le macerie di un terremoto o per effetto di calamità meteo, peraltro annunciate, troppe donne perdono la loro vita per i femminicidi, ma niente cambia. La Meloni va e viene per il mondo, ma non è andata a Cruto, subito dopo la tragedia.
(avv. Augusto Maresca)