Sorrento, i progetti sepolti: “Il Vallone dei Mulini e il percorso sul tappeto mobile”

Sorrento, i progetti sepolti “Il Vallone dei Mulini e il percorso sul tappeto mobile”  . Facciamo un’intervista all’ingegnere Elio Raffaele d’Esposito sui progetti sepolti dalle pubbliche. d’Esposito , ha oltre mezzo secolo di professione sulle spalle, una vita da insegnante e tecnico, progetti privati e pubblici in tutta la Penisola Sorrentina, ha vissuto in prima persona l’esperienza del terremoto nella ricostruzione, ed è intervenuto con studi e progetti nei principali settori del territorio, diversi progetti avrebbero potuto portare soluzioni valide per l’interesse pubblico.

Ingegner Elio d' Esposito

Ing., lei ha avuto alcune esperienze di questo genere….ci dica : come mai il tecnico locale, conoscitore dei luoghi e anche di notevole esperienza nel suo campo professionale, non viene preso quasi mai in considerazione?

Effettivamente più volte ho tentato di dare, con la mia esperienza ( che non può avere il politico, spesso di diversa professionalità) delle belle idee parlandone in incontri con i diversi Sindaci. Debbo dire che ho avuto sempre un riscontro molto entusiasmante che, proprio per questa reazione, mi hanno indotto a dare ad alcune Amministrazioni un contributo progettuale di una certa entità per metterle in condizione di valutare l’idea insieme alla Giunta e ai dirigenti dell’UTC. Purtroppo non ho avuto quasi mai successo e penso che tanti altri tecnici avranno avuto la mia stessa esperienza.”

Ci parli in dettaglio di qualcuno di questi progetti.. per esempio sul Vallone dei Mulini ha mai fatto nulla?

Ce ne sono parecchi. Voglio ricordarne solo un paio, prescindendo da molti progetti effettuati con incarico da parte dell’Amministrazione, ma non realizzati per mancanza del finanziamento ( alcuni abbastanza interessanti) e sui quali, fino agli anni novanta, non si aveva diritto ad alcun compenso secondo un vecchio disciplinare d’incarico. Voglio ricordare, in particolare, l’idea progettuale della riqualificazione del vallone dei Mulini che, quando ne parlai con l’ex sindaco dott. Franco Maresca, cardiologo, nell’anno 1991, ne rimase particolarmente entusiasta, affascinato, e mi invitò a redarne uno studio di fattibilità per poterlo portare in seno alla Giunta Amministrativa (all’epoca era Marco Fiorentino l’assessore ai LL.PP). Presentai l’idea ( vedi, in allegato, relazione di tale studio) che prevedeva, in breve, una sistemazione del vallone, il consolidamento delle antiche mura pre- romane da portare ancora alla luce e quelle sovrastanti di epoca successiva, probabilmente cinquecentesche, con la loro messa in vista e consolidamento, la pulizia dell’alveo e delle zone limitrofe, un eventuale laghetto di acque limpide, una piccola oasi tipica per specie avicole -acquatiche e con flora dei luoghi umidi ( in particolare della tipica felce dei valloni molto cara al Sindaco appassionato di botanica) l’individuazione e l’eliminazione di tutti gli eventuali scarichi fognari abusivi, la messa in sicurezza dell’antico mulino così com’era e, se possibile, riportarlo al suo stato primitivo con gli stessi materiali dell’epoca e cioè effettuando un restauro di grande pregio e valenza,… cioè un’idea di creare un ambiente tipico dello stato primitivo, quando era molto frequentato dall’uomo ed infine la costruzione di un ascensore che, partendo dal terminale della zona taxi (a pochi metri dalla ringhiera
del vallone) raggiungeva il fondo valle per dare corso ad una passeggiata ecologica- ambientale ed archeologica, oltre al ripristino dell’antica scaletta che portava nel vallone. Rinvio alla relazione allegata per maggiori dettagli.”

Aveva previsto anche un percorso su un tappeto  mobile? 

L’Idea progettuale prevedeva, infine, un percorso su tappeto mobile, per poter raggiungere Marina Piccola scavando sul versante destro del vallone, attraversando il breve tratto della piazza Tasso ( alcune grotte-deposito, all’epoca, su via De Maio, erano ancora di proprietà del comune di Sorrento). Il percorso poteva, perciò avere anche delle finestre di luce naturale dalla strada via L. De Maio, oltre anche ad avere
un aspetto scenografico per l’attraversamento in grotte ( dove anticamente si cavava la pietra per le costruzioni) consolidate e in conci o roccia di tufo a vista, e doveva arrivare nei pressi della chiesetta della marina ( da valutare con precisione in un progetto successivo esecutivo) e chiaramente aveva un costo molto accessibile per le sue peculiarità di attraversamento di grotte già esistenti, e quindi con riduzione di
scavi costosi nella roccia. All’epoca esisteva il parcheggio vicino che era sopraelevato rispetto alla strada e ancora a un solo piano, tale da poter consentire la sosta agli autoveicoli provenienti da via degli aranci, e tramite l’ascensore e il tappeto mobile, l’utente poteva giungere facilmente alla marina piccola; ciò creava anche la possibilità di una zona a traffico limitato nel centro urbano che, all’epoca ancora non era in essere ma di cui si sentiva fortemente la necessità per la vivibilità. L’idea ( relazione con allegato grafico) piacque molto al sindaco ma, benchè più volte sollecitato ( a lui e all’assessore e al dirigente UTC) di portarlo in giunta per una discussione e per avviare un progetto definitivo atto a poter accedere ai fondi europei( allora possibili per questi interventi), non si arrivò mai a tale passaggio concreto. Lo presentai più volte perché stranamente si perdeva negli uffici e non arrivava mai alla Giunta e poi lasciai perdere capendo che non tutto lo staff necessario per portare avanti il progetto aveva voglia di realizzarlo .…..forse mancava la necessaria empatìa, l’entusiasmo o qualcosa altro. ”

Cosa ne pensa del progetto di Pontecorvo?

In anni recenti, attuali, poi, l’ex assessore Pontecorvo, che aveva avuto modo di conoscere tale idea e sicuramente di condividerla, ha acquistato i terreni in vendita adiacenti al letto del rivolo comprendenti anche il rudere del mulino ( il Comune non ritenne di esercitare
la prelazione) e ha tentato una riqualificazione che, progettualmente, non conosco e non so se vicina alla mia idea progettuale. Purtroppo si è imbattuto nella barriera ambientalista integralista del “ NO “ che, opponendosi, in genere, ad ogni lavoro, ritengono così di salvare l’ambiente. Tali ambientalisti, invece, dovrebbero entrare nel vivo del progetto da realizzare per dare suggerimenti, per migliorarlo, eventualmente, tale da rendere il tutto migliore dello stato attuale. Invece sembra che tutto il loro grande piacere è di bloccare solamente ricorrendo a tanti cavilli in un ambiente attuale iperburocratico che lo facilita. Ritengo che il mondo cambia, così è sempre stato, e bisogna fare in modo da farlo cambiare nel migliore dei modi, ma non di incartarlo come un presepe senza nulla modificare nei secoli dei secoli. Il
mulino, ad esempio, senza la dovuta manutenzione, è destinato a deteriorarsi e a perdersi nei tempi( senza manutenzione diventerà un cumulo di pietre), mentre si potrebbe tentare con materiali dell’epoca, se possibili, di avere un effetto scenografico di alto livello molto simile a quello dell’epoca antica, o, quantomeno recuperare il rudere com’è allo stato attuale, consolidandolo in maniera adeguata con un restauro conservativo molto attento. Sarebbe una gran bella attrazione turistica, probabilmente migliore di quella attuale, cioè dell’ ambiente selvaggio, in abbandono, non praticabile. Questa, per me, è politica corretta e concreta di ambientalismo e chiarisco, a scanso di equivoci, che questa è la mia idea personale e non m’interessa di tirare la volata a chicchessia, non conoscendo neanche l’idea progettuale che s’intende realizzare attualmente che dovrebbe essere resa pubblica per capire esattamente di che si tratta, vedendola senza preconcetti

Oltre ai progetti bisognerebbe pensare alla riqualificazione e alla manutenzione

Ci sono  molti importanti argomenti da prendere in grande considerazione, e sui quali combattere, ad esempio…i giardini abbandonati pieni di rovi, topi e serpenti (che non sono una bella attrazione paesaggistica e turistica).… le trasformazioni sempre più numerose di giardini in serre con la vista, per niente piacevole, da strade e luoghi pubblici, di voluminose serre in fogli di polietilene al posto del verde, (tipico di molti paesi dell’entroterra), etc. così sarebbe utile che i comuni iniziassero una sana politica di manutenzione dei marciapiedi alberati, senza alcun timore degli ambientalisti integralisti…. vedi marciapiedi in dissesto a via delle Rose e via C.Amalfi a Piano di Sorrento, sollevati di decine di centimetri, vicino alle aiuole, e con serio pericolo d’inciampo. Non si fa niente e mi viene un dubbio: …ma forse perché l’ambientalista del “ NO “ si dispiace che si deve togliere qualche radice superficiale e il Comune ha paura? Meglio far inciampare le persone e avere diverse cause da parte di cittadini infortunati ? E nel tempo trasformare il lavoro attuale, puntuale e di modesta spesa, in un lavoro globale di grossa spesa? Nell’anno 1999-2000, ebbi l’incarico di sistemare i marciapiedi di via dei Platani( oltre alla progettazione della pubblica illuminazione), invasi da radici tali da renderli ormai impraticabili e c’era il solito ambientalista che ogni settimana andava dal Sindaco (all’epoca Geppino Russo, che poi trasmetteva a me le lamentele) a reclamare ( a suo avviso) che i lavori erano distruttivi per le piante, ma che alla fine potè anche constatare che neanche un solo platano seccò con l’intervento realizzato.”

Molti accusano la politica e la burocrazia

Concretezza dove sei? Forse si è perduto il seme, sotto la mannaia della burocrazia ( male peggiore della pandemia) . Il peggiore male che stiamo vivendo, da oltre trenta anni, è la giungla della burocrazia, dei cavilli, dei molteplici vincoli, e la madre di tutti i problemi è il
mancato adeguamento, dopo cinquanta anni, dell’obsoleto PUT ( tanto per dirne una…abbiamo ancora la prescrizione degli infissi in legno e la proibizione degli infissi in alluminio che, all’epoca erano quelli orribili di colore metallico argenteo o dorato, non essendovi ancora, nei primi anni settanta, epoca della redazione del PUT, la tecnologia degli attuali ottimi infissi in alluminio elettrocolorato, in pvc o in abbinamento legno-alluminio e, nello stesso tempo lottiamo per evitare la distruzione del legno delle foreste e il PUT, perciò, rema contro! … ma di questo PUT, obsoleto, impreciso cartograficamente, fuori dai tempi, c’è da parlare molto, e già ne ho parlato più volte nel corso degli anni ( un articolo molto dettagliato sulla nascita del PUT, sui vari problemi, e sulla mancanza di adeguamento all’attualità, risale al Luglio del 2012 ) e mi fermo quà… sarà per un’altra occasione.

Per qualche altro progetto sepolto rinvio ad un’altra intervista.

In allegato, per maggiori dettagli, la relazione dell’idea progettuale.

relazione idea riqualificazione vallone.

Piano di Sorrento, 7/03/2023 ing. Elio Raffaele d’Esposito

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