Torre Annunziata: palazzo Fienga va demolito, addio cittadella della legalità
La riqualificazione del palazzo Fienga a Torre Annunziata è sempre stato definito un progetto altamente simbolico. Tutti governi che si sono avvicendati in questi ultimi anni, insieme ad associazioni anticamorra, ex prefetti e magistrati, hanno fatto di questo progetto un simbolo della lotta alla camorra ed in generale alla delinquenza organizzata. Un progetto approvato ed anche finanziato con 25 milioni di euro e della cui bontà il Ministero degli Interni è sempre stato convinto tanto da rendere spesso pubbliche dichiarazioni in tal senso. A tale proposito ricordiamo quella fatta dal ministro degli Interni del governo Draghi, Luciana Lamorgese. Il palazzo, non a caso da più parti definito come Auschwitz, la “fabbrica della morte”, nel quale il clan Gionta decideva la morte e la vita degli uomini, onesti o delinquenti senza differenza, e il destino di alcune generazioni di giovani, soffocando sul nascere le speranze di sviluppo di una comunità con l’esercizio di attività illecite quali le tangenti, lo spaccio della droga, delle armi e il contrabbando, stando a quanto previsto nel progetto doveva essere ristrutturato per ospitare tutti i presìdi della legalità della città, dagli uffici e alloggi della Polizia di Stato, passando per la Guardia di finanza, l’Arma dei Carabinieri, la Polizia locale, la Polizia giudiziaria e la Polizia metropolitana. Ed adesso invece c’è chi ritiene che la “cittadella della legalità” a palazzo Fienga “non s’ha da fare” in quanto “Sotto il profilo strettamente funzionale, occorre riflettere sull’effettiva opportunità di concentrare in un unico complesso tutte le forze di polizia cittadine, atteso il rischio che la criminalità possa bloccare i pochi assi viari che connettono palazzo Fienga al resto della città, per sterilizzare e neutralizzare l’operato dei tutori dell’ordine in determinate circostanze criminose o terroristiche” è la motivazione contenuta nell’interrogazione parlamentare inviata al ministro degli Interni Piantedosi con la quale Orfeo Mazzella, senatore dei 5 Stelle vorrebbe convincere il governo a soprassedere all’approvazione del progetto di ristrutturazione dell’ex roccaforte di Valentino Gionta a Torre Annunziata. Così, dopo la sua presentazione in pompa magna due anni orsono, il destino del progetto di realizzazione della “Cittadella della legalità” a palazzo Fienga è tornato in discussione. Mazzella, nativo di Torre Annunziata, forse non è il primo ad avanzare seri dubbi sulla bontà dell’iniziativa progettuale. Non il solo che vuole bocciare il progetto. A nutrire perplessità sono anche i commissari straordinari inviati al comune dalla prefettura. “Non ha senso spendere tanti soldi per ristrutturare un edificio che non ha alcun valore storico o architettonico, non ha senso concentrare tutte le forze dell’ordine in un’area ristretta”, chiarisce Ferdinando Mone, commissario straordinario al comune: “Torre Annunziata ha bisogno di altro. Di spazi verdi, di parcheggi, di luoghi vivibili dove incontrarsi: la nostra idea è che quell’edificio venga abbattuto, che venga cancellato per sempre”. Quindi per loro palazzo Fienga va abbattuto, demolito, spazzato via e questa potrebbe essere una strada dal grande valore simbolico, molto più rilevante della sua riutilizzazione. “…Avrebbe una forza simbolica ancora maggiore del riutilizzo, affermano i componenti della commissione straordinaria che hanno iniziato la predisposizione del PUC. “…..nella zona dove si erge il manufatto c’è il porto, ci sono gli Scavi di Oplonti, ha molto più senso utilizzare quelle aree in chiave turistica…”, aggiunge Orfeo Mazzella, in piena sintonia con le idee espresse dai componenti della commissione straordinaria al comune i quali sono convinti che “Torre Annunziata ha bisogno di vivibilità. Sarebbe questa la vera vittoria dello Stato”.