Arte Contemporanea. Intervista a Costantino Sgamato, a cura di Maurizio Vitiello.
Intervista di Maurizio Vitiello – Risponde l’artista Costantino Sgamato.
È difficile fare pittura oggi?
Non direi. Se si intende la pittura anzitutto come percorso esplorativo, conoscitivo, allora si tratta di una vera e propria necessità, un’esigenza di ricerca che può tranquillamente trascendere tutto, e svincolarsi dal mercato e le sue regole. Inoltre, forse oggi più di prima, è possibile fare ricorso a un numero pressoché illimitato di tecniche e materiali, taluni sperimentali e di ultima generazione, in grado di generare combinazioni del tutto impensate. Anche se, paradossalmente, sono convinto che la più alta forma di innovazione sia quella della scoperta, dello studio e dell’elaborazione del passato.
Vuoi trasferirti a Roma o a Milano?
Milano non mi suscita alcuna attrazione. Roma è la mia città del cuore, la amo da sempre. Sarà stato l’influsso del mio nome, ma fin da bambino sono stato fortemente appassionato di archeologia e, sotto questo punto di vista, la capitale è un vero e proprio parco tematico. Vivo comunque a Pozzuoli, nei Campi Flegrei, vicino alla mia amatissima Cuma, e questa “Pusilla Roma”, con i suoi incredibili scavi, la sua mitologia, ma anche col suo mare, i suoi laghi e le incredibili pareti di tufo giallo, lo zolfo e i suoi vulcani sparsi, rappresenta per i miei occhi e per il mio spirito ciò di cui ho bisogno. Qui c’è molto della mia ispirazione: la natura florida, sfacciatamente ricca ma allo stesso tempo selvaggia, minacciosa, bradisismica, di questo territorio, è quanto di più vicino, all’esterno, a quanto io sono all’interno.
Quali progetti da sviluppare nel 2023?
Sto lavorando a una serie di opere per la realizzazione di una mia personale, e ad alcune sceneggiature per future regie.
La stampa ti ha seguito, ultimamente?
Oltre alla pittura, la mia principale attività è la regia audiovisiva e l’animazione. Questo mi rende abbastanza ondivago, di conseguenza anche l’interesse della stampa lo è; ma mi fa piacere che si crei l’attenzione esclusivamente nel momento in cui ci sia davvero in atto un processo definito.
Hai partecipato a Fiere d’Arte?
Ho preso parte ad alcune collettive e a poche fiere, perché volevo soprattutto prima mettere in cantiere le ultime idee. Conto di partecipare con la realizzazione delle nuove opere a cui sto lavorando.
Credi che l’arte andrà avanti su altri canoni e codici?
A mio parere, l’arte è la più profonda e sacrale forma d’introspezione di cui l’uomo possa disporre. Materializza, e rende fruibile a tutti, ciò che a tutti è altrimenti invisibile, e perciò giudicato erroneamente inesistente. È una forza trascendente che mette in comunicazione l’uomo stesso con il tutto, ed è capace di grandi verità e sviluppi. Per me è oltre la passione; oserei dire una terapia o, meglio ancora, una necessità. Di certo mutevole e inarrestabile nel suo corso, come la stessa esistenza, del resto; capace quindi di inventare e reinventarsi infinite volte. Finché ci sarà qualcuno in grado di sentire a un livello profondo, in compassione e fantasia, di attraversare l’esistenza in verticale più che in orizzontale, allora non mancherà mai qualcosa da dire, e l’arte ne sarà inevitabilmente la bocca precipua: gli abissi sono pieni di eventi.