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Avanti Tutta” Ristorazione, “Indietro Tutta” Librerie e le Botteghe Artigiane. Amalfi declassata dal “Daily Telegraph”: prezzi alti e troppi turisti!

È notizia fresca quella del quotidiano britannico “Daily Telegraph”, che nello stilare la nuova Travel Bucket List 2023, tra i consigli di viaggio, ha operato alcune eccellenti esclusioni.

Dalla lista dell’anno scorso, sono state rimosse due delle più consolidate destinazioni turistiche italiane, Amalfi e Venezia, in favore di Tropea e Verona.

Come si legge sul “Messaggero”, la motivazione è stata così argomentata:

<<C’è un cliché di viaggio più scontato di una villa “sulla collina sopra Positano” ad agosto? Forse. Forse no. Ma se vuoi provare un tratto meno venerato della costa italiana, la Calabria, ha tutto lo scenario montuoso e il sontuoso clima estivo di Amalfi, ma con molti meno turisti>>.

All’ex repubblica marinara, gli inglesi continuano a riconoscere il primato della sua bellezza, tuttavia ne criticano i prezzi e l’eccessivo affollamento di turisti nel mese di agosto.

Del resto tutti ormai lo sappiamo, l’overturism è la conseguenza tossica della buona fama all’estero, ma il rovescio della medaglia è la consunzione stessa del luogo, che finisce per divorare se stesso, come attaccato da una patologia autoimmune!

Non è solo Amalfi a correre questo rischio, ma tutte le più rinomate località turistiche della Campania, che non a caso, risulta tra le regioni in testa per consumo giornaliero di 1milione di “pezzi” di pizza, con Napoli che ha il primato di 9mila pizzerie.

Il consumo compulsivo, con lunghe file d’attesa, soprattutto sul lungomare partenopeo, pare stia portando addirittura all’idea del marcatempo, con supplemento per chi si attarda al tavolo (sig!).

L’invasiva “cultura del cibo” pur rappresentando un’importante risorsa economica per il territorio campano, purtroppo ha finito per costituire anche un danno, con il rischio di trasformare in “friggitoria a cielo aperto”, i nostri centri storici, impregnati di odori, spesso sgradevoli, che stravolgono completamente l’identità tradizionale urbana.

Di contro un’emorragia inarrestabile continua a colpire l’artigianato tradizionale e le librerie.

Le botteghe artigiane con la loro presenza, storia e cultura hanno contrassegnato, sino a qualche decennio fa, tantissime vie di citta’ e di paesi di provincia.

Fiaccati dal boom degli affitti, dalle tasse, dall’insufficiente ricambio generazionale, dalla concorrenza della grande distribuzione e dal commercio elettronico, gli artigiani stanno diminuendo ovunque.

Anche a Salerno si registra una perdita, stimata in -9,3%, soprattutto in periferia e nel centro storico, come testimoniano le tantissime insegne rimosse e le vetrine sporche, con le saracinesche abbassate.

In molte realtà urbane le botteghe ed i negozi di vicinato sono diventati pochi, e di conseguenza la diminuzione di questi posti, che da sempre hanno rappresentato un’occasione fisiologica di socializzazione a misura d’uomo, sta rendendo invivibili ed insicure molte di queste zone, penalizzando soprattutto gli anziani.

A sorpresa negli ultimi 10 anni, tale fenomeno è in controtendenza proprio nella città partenopea, dove inaspettatamente, il numero degli artigiani, tra titolari, soci e collaboratori delle botteghe, registra un +0,2%.

Sulla costiera amalfitana purtroppo il trend è in linea con quello del resto del paese.

Per Amalfi bisogna sperare invece, nel salvataggio dell’esperto catalano di Destination Management e Marketing J.Ejarque, chiamato ad occuparsi della gestione dell’industria turistica, con un piano strategico, che consenta una gestione del turismo in termini di sostenibilità.

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