Ce la faranno i nostri eroi? La sfida che aspetta al varco tanti piccoli Comuni della Campania
In che misura sono coinvolti i Comuni nel PNRR, e quali sono le criticità che potrebbero ostacolare la gestione delle risorse in arrivo?
In che misura sono coinvolti i Comuni nel PNRR, e quali sono le criticità che potrebbero ostacolare la gestione delle risorse in arrivo? Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede il coinvolgimento diretto dei Comuni nella messa a terra di progetti per un bel po’ di miliardi di euro entro il 2026. Un flusso di risorse molto significativo se paragonato a quello normalmente gestito, che richiede un utilizzo più efficiente da parte delle amministrazioni, che invece al momento non sembrano ancora essersi preparate adeguatamente, registrando carenze quantitative che qualitative di personale.
Tramonti in Costiera amalfitana è stato protagonista di una recente puntata di Restart (Rai2), per l’approfondimento sulla gestione del PNRR da parte dei piccoli comuni. Il segretario comunale Mirla Troncone, ha evidenziato tutte le difficoltà amministrative del piccolo comune: “Tramonti ha come competenza le stesse materie di un comune grande, ma con un personale ridottissimo“…
È notizia di oggi tuttavia, che nonostante queste difficoltà, il comune di Tramonti è riuscito ad attivare la procedura prevista dal PNRR, per la “Casa della Comunità”, una struttura medica di riferimento territoriale, che sarà ubicata nella frazione Pietre.
Inevitabile non pensare subito alla “Casa del Gusto”, che nonostante i costi di realizzazione e le alte aspettative riposte, ed annunciata come un “gioiello”, in realtà si e rivelata l’ennesima cattedrale nel deserto, almeno fino ad oggi.
Ovviamente Tramonti è solo uno dei tanti esempi, che dimostra quanto occorreva arrivare più preparati a questa sfida, mediante una geografia nuova, che a livello regionale, cancellasse almeno alcuni dei comuni più piccoli.
In questo la Regione Campania purtroppo, è ancora tra gli ultimi della classe, la prima invece è la Regione Emilia-Romagna, dove ben 33 Comuni sono già stati annullati come entità autonome. L’obiettivo è stato quello di contrastare l’eccessiva frammentazione dei piccoli comuni e soddisfare l’esigenza di razionalizzazione della spesa pubblica, delle capacità finanziarie e delle competenze necessarie.
Si tratta della cosiddetta strategia dei lupi: di fronte alle grandi sfide, la loro collaudata strategia è quella di stringersi in branco, unirsi gli uni agli altri, perché è solo il gruppo che riesce a farcela.
Per la Costiera Amalfitana, l’accorpamento dei comuni, che potrebbe rappresentare un’opzione auspicabile risulta oggettivamente ardua, dato che non si è riusciti nemmeno ad accorpare i plessi scolastici dei due comuni gemelli di Minori e Maiori. La semplice proposta suscitò qualche anno fa un immediato rifiuto, nonostante il loro unicum territoriale: ai cittadini sembrò un oltraggio alla loro storia ed alle tradizioni, una compromissione del valore delle loro specificità culturali, con buona pace di tutte le argomentazioni, in tema di “semplificazione e spending review”…
Finora in Campania è stata approvata una sola fusione di comuni, operativa dal 2013, quella del comune unico tra Montoro Superiore ed Inferiore. Sono allo studio da anni altre proposte di fusione, come quelle tra Nocera Inferiore e Superiore; Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento e Vico Equense; Barano d’Ischia, CasamicciolaTerme, Forio, Ischia, Lacco Ameno e Serrara Fontana; Capri e Anacapri, che probabilmente resteranno per sempre solo sulla carta.
Per quanto concerne il PNRR speriamo almeno che prevalga il buon senso, che ci si limiti ai soli progetti da realizzare con risorse erogate “a fondo perduto”, limitando al massimo quelle “a debito”, senza lasciarsi trascinare nella solita valanga di interventi inutili, che alla lunga si rivelano anche dannosi per i territori oltre che per le tasche dei cittadini.