Lo “Stabat Mater” di Pergolesi a Sorrento, un concerto che la direzione del Maestro Paolo Scibilia ha trasformato in “immersive experience” nella preghiera alla Vergine
Sorrento (NA) Domenica 2 aprile presso la Basilica Pontificia di S. Antonino Abate, è stato eseguito lo Stabat Mater composto da Giovanni Pergolesi, concerto fortemente voluto dall’avv. Massimo Coppola, Sindaco di Sorrento, con la piena disponibilità della Curia Arcivescovile di Sorrento – C. mmare di Stabia e del rettore della Basilica sorrentina Rev. Luigi Di Prisco. Protagonista il Direttore d’Orchestra Paolo Scibilia, rinomato artista italiano, con all’attivo più di 800 concerti in ambito internazionale. Sotto la sua direzione, hanno interpretato lo “Stabat” del mitico compositore di Jesi: le voci soliste, di Antonella De Chiara (soprano) e Michela Rago (contralto); con i maestri Francesco Solombrino (Primo violino), Floriana Maria Knowels (Secondo violino), Paolo di Lorenzo (viola), Francesco D’Arcangelo (violoncello), Gianluigi Pennino (contrabbasso) e Marianna Meroni (basso continuo) della S.C.S. Antiqua Ensemble Orchestra. Scrive il musicologo Andrea Milanesi sull’Avvenire: “Nessuno ha forse mai cantato il mistero doloroso della Madonna ai piedi della croce come Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736), che con il suo Stabat Mater ha dato vita a uno tra i più compiuti e toccanti adattamenti musicali della sequenza attribuita a Jacopone da Todi. La tradizione vuole che il compositore di Jesi lo abbia terminato sul letto di morte, come capolavoro estremo della sua breve ma intensa carriera (e parabola terrena); un “canto del cigno” che ha marchiato a fuoco l’intera storia della musica, pietra di paragone per intere generazioni di interpreti che all’interno di questa partitura hanno trovato una fonte inesauribile di ispirazione”. Il Maestro Paolo Scibilia nella sua performance sorrentina sceglie e offre un esempio di esaltazione della “teoria degli affetti”, tutto sotto la sua direzione è destinato a suscitare “emozione” negli ascoltatori, nulla è stato lasciato al caso. Il Maestro ha chiesto e ottenuto dai tecnici delle luci che ai timbri, ai ritmi, alle armonie facessero da contraltare e citazione i colori adatti, trasformando il concerto sorrentino nella prima immersive experience nello Stabat Mater, i cinque sensi tutti rapiti dai suoni, dai colori, dagli incensi, da quell’impasto fisico e psichico che coglie chi si raccoglie in preghiera. Al resto di questa experience ha poi contribuito la bravura dell’ensemble che la bacchetta di Scibilia ha guidato nella ricerca di aderenza al testo, ponendo una particolare enfasi sulla dimensione fisica e l’ardore spirituale che ritrae la scena del Golgota. Un plauso va alla coppia di cantanti soliste, il soprano Antonella De Chiara e il contralto Michela Rago, che hanno saputo come conferire spessore drammaturgico ai diversi episodi così statutariamente scolpiti nel pentagramma da Pergolesi. Il calore e la luminosità, i timbri e le sfumature delle loro voci si sono fusi nei loro duetti, esaltando il portato espressivo di brani come “Quando corpus morietur”, la stupenda preghiera conclusiva affinché la Vergine conceda ai fedeli la vittoria sulla morte e la vita eterna.
A cura di Luigi De Rosa
M.stro Paolo Scibilia