Lotta alla camorra: l’ex sindaco Salvatore Vozza risponde al commissario Cannizzaro
Nei giorni scorsi il commissario straordinario Raffaele Cannizzaro, ai margini di una intervista rilasciata alla stampa circa la scarsa partecipazione degli stabiesi alla manifestazione anticamorra che si era tenuta da poco in città al Circolo della Legalità e alla quale aveva partecipato anche Nando Dalla Chiesa, con una lettera aperta alla città interviene nella questione l’ex sindaco Salvatore Vozza per difendere il suo operato e tutti quei cittadini che in questi anni si sono impegnati a combattere la camorra.
“Sta diventando sempre più difficile, se non si parte dalle emergenze e dai problemi veri di Castellammare, partecipare o anche solo seguire la discussione che si sta sviluppando in città, in modo più intenso, dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale. Eppure, del confronto, della partecipazione attenta, la città avrebbe grande necessità, ma pur in presenza di fermenti provenienti da diverse, realtà- dalle associazioni al mondo cattolico- quel che rischia di prevalere, in assenza di un’iniziativa che costruisca soluzioni condivise, è lo sconforto.
Un pessimismo alimentato da chi pensa di trarre vantaggi elettorali dalla rabbia dei cittadini; da quanti s’illudono, con qualche post e con giudizi tagliati con l’accetta, di aver dato il proprio contributo.
A maggior ragione non aiuta quando a dare giudizi, sono esponenti della magistratura e /o funzionari dello Stato. Sulla stampa del 22 aprile i titoli di due articoli per due iniziative chiariscono bene il clima: quella cui ha partecipato il Prefetto Cannizzaro che guida la Commissione Straordinaria e che non perde occasione per esprimere su Castellammare e su noi cittadini, giudizi piuttosto sommari (Resteremo altri 12 mesi. Stabiesi, troppi lamenti); l’altra con il Gip del Tribunale Maria Concetta Criscuolo (Criscuolo condanna la politica e “comunali”. Gli ultimi 25 anni sono stati un disastro). Alle dichiarazioni del prefetto Cannizzaro si deve necessariamente rispondere in modo fermo che – se nessuno nega la presenza, il peso e il ruolo della camorra, fenomeno serissimo come dimostrano gli scioglimenti di tanti C.C. – Castellammare non può essere ridotta a luogo di camorra o di lamentosi, mentre penso che sarebbe utile approfondire, le affermazioni di una stabiese impegnata anche nel sociale, come la Dott.ssa Criscuolo. Si tratta in alcuni casi di “sentenze politiche”, giudizi, analisi e ricostruzioni poco informate, che francamente sconcertano. Alla città servirebbe, invece, una ricostruzione seria su quanto è avvenuto in questi anni, fatta senza risparmiare niente a nessuno, ma in modo puntuale e documentato. Del resto non penso che né il Prefetto Cannizzaro, né il Magistrato Criscuolo accetterebbero un giudizio sommario su tutti i Prefetti o su tutti i Magistrati. E dunque perché per chi ha fatto o fa politica dovrebbe accettare la valutazione di chi se la cava con un generico tutta la politica degli ultimi 10, 20, 30 è responsabile? Non lo accetto e non sto zitto. Le critiche, i giudizi sull’operato, la non rielezione nel 2010 li ho sempre accolti con rispetto verso i cittadini. Un sindaco però è tenuto a presentare alla fine del suo mandato, la relazione di attuazione del programma per gli anni in cui ha governato.
In quel documento presentato al Consiglio Comunale, per quanto concerne i miei 5 anni, sono riportate in modo puntuale le cose fatte. Non ho da vergognarmi per come ho svolto la mia funzione nell’istituzione e in particolare per i 5 anni in cui ho avuto l’onore di ricoprire la carica di Sindaco.
In ogni caso, anche da quando si è insediata la commissione, non mi sono sottratto mai a nessun confronto, ho sempre scritto e detto che se la città presenta problemi chi come me ha governato, non può tirarsi fuori dalle responsabilità; non mi sottrarrò nemmeno adesso con chi volesse discutere nel merito e non sulla base di fandonie e di ricostruzioni false. Una verifica su gli ultimi 25 anni e oltre, come consiglia la dott.ssa Criscuolo, è giusto e opportuno farla. Suggerirei di partire dalla relazione sullo stato della città, che il Prefetto Sottile depositò a novembre del 1992, a conclusione del periodo di commissariamento ordinario, tra lo scioglimento del Consiglio Comunale e le amministrative delle stesso anno. Alla mia città e alla politica devo molto, tutto quello che ho fatto e gli incarichi ricoperti. La politica è per me una grande passione, non dipende dai ruoli che si ricoprono; è stata ed è quella spinta che anche nei momenti più difficili porta a credere che vale la pena battersi per migliorare e cambiare le cose. Penso che la speranza non debba mai spegnersi”.