Sant’Agnello – Cappella di San Rocco presentazione del saggio “Com’è profondo il mare”
“Non domandiamoci se siamo credenti o non credenti, ma pensanti o non pensanti.” Carlo Maria Martini
Sant’Agnello (NA) Il 24 aprile presso la Cappella di San Rocco a Sant’Agnello, nell’ambito della II edizione della rassegna “I colori di Lucio” ideata dall’associazione Nemesi e promossa dalla Città di Sorrento, in collaborazione con la Fondazione Sorrento e con la partecipazione degli altri Comuni della penisola sorrentina si è tenuta la presentazione del saggio “Com’è profondo il mare” scritto dal giornalista e teologo spirituale Enrico Impalà edito da TS edizioni Milano. Un testo dal linguaggio chiaro e scorrevole, dal contenuto straordinario e qui aggiungerei uno degli scat jazz del protagonista dell’opera: Lucio Dalla. Sì perché il Lucio che ci descrive Impalà è un uomo di fede che ammalia forse più del geniale cantautore che fu e dopo le parole: tante, ben scelte e pensate dal teologo, non puoi che ricorrere a quella lingua straordinaria che è il jazz (Wynton Marsalis) per raccontare ancora di Lucio. Ne sa qualcosa Marcello Aversa, ieri presente con il Sindaco Piergiorgio Sagristani, il presidente del Forum dei Giovani Giuseppe Langellotto, Matteo Acampora e Luca Paladino di Nemesi e il padrone di casa don Francesco Saverio Iaccarino. Marcello, artista ceramista che come l’amico Lucio non si è mai trincerato nella sua comfort zone ma è in continua ricerca di se stesso e di senso, lo fa da anni con le sue minuscole sculture raccontandoci gli episodi delle Sacre Scritture così come Lucio con la sua poesia e soprattutto la sua Fede ci ha raccontato il suo essere credente. Sì perché “Com’è profondo il mare” è la storia di un cristiano, con tutto il suo carico di incertezze, debolezze, peccati e inquietudini ma anche ricco di tanto amore. La statua di Rocco di Montpellier, nella piccola cappella sembra ricordarci che il vero cristiano è in continua ricerca del Dio incarnato nel più povero tra gli uomini, sempre pronto al dialogo con gli altri. Le risposte, quelle poche e certe che riesce a darsi, desidera sempre condividerle e non rinuncia mai, mai alla sua libertà, come fece un altro santo, il padovano Antonio, che vistosi isolato dagli eretici, che all’epoca occupavano Rimini, si rivolse ai pesci che a frotte vennero ad ascoltarlo, episodio immortalato dallo svizzero Arnold Böcklin nel celebre dipinto che ispirò a Lucio la bellissima “Com’è profondo il mare”, che mi permetto di definire l’interplay più raffinato e religioso della musica jazz italiana. “Io non mi sono mai annoiato nella mia esistenza perché ho incontrato la gente e la gente è una grande risorsa di vita” Lucio Dalla. Enrico Impalà ha scrutato nella storia di un omino piccolo così che torna sempre tardi da lavorare e ne ha fatto emergere prepotentemente “l’uomo e il suo cuore benedetto/Che è sceso dalle scarpe e dal letto/Si è sentito solo/È come un uccello che in volo/È come un uccello che in volo/Si ferma e guarda giù”.
di Luigi De Rosa
Il Pensiero è come l’oceano non lo puoi bloccare non lo puoi recintare. Lucio Dalla
La Predica di Sant’Antonio ai pesci. Museo: Kunsthaus di Zurigo. Autore: BÖCKLIN ARNOLD.
“Com’è profondo il mare” di Enrico Impalà (TS Edizioni)