La pastiera è sontuosa seppur nella sua semplicità: è il dolce pasquale per antonomasia e più in generale dell’arrivo della stagione primaverile. uno dei dolci più iconici della Pasqua e della primavera.
La storia più affascinate sulla bontà della pastiera ha origini regali: si racconta che Maria Teresa D’Austria, moglie del re Ferdinando II di Borbone, soprannominata “la regina che non ride mai”, cedette, su insistenza del marito, famoso per essere molto goloso, col mangiare una fetta di pastiera. Al primo assaggio, la sua tristezza, però, si sciolse con un grande sorriso, dovuto forse alla dolcezza e alla morbidezza della pietanza, che colpì a tal punto il sovrano che esclamò a gran voce: “Per far sorridere mia moglie ci voleva la pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo”. Da qui deriverebbe anche il detto “magnatella ‘na risata”, tipica frase che sollecita le genti all’ilarità.
Descrivere una pastiera significa analizzare un’opera d’arte: per iniziare, la frolla burrosa e al tempo stesso fragrante, spessa al punto giusto per accogliere la ricchezza della farcitura. Un ripieno che si fa ricordare per la complessità della sua consistenza e dei profumi che emana: una crema a base di ricotta, uova e grano cotto nel latte a cui sono aggiunti canditi di cedro e arancia, burro, vaniglia e fiori d’arancio. Così si presenta la ricetta tradizionale, da manuale, tramandata di cucina in cucina. Tuttavia, non mancano curiose varianti che, dall’impasto al ripieno, passando alla forma e al modo di presentazione, hanno stravolto l’idea originaria della pastiera napoletana, rendendola ora dessert al cucchiaio, ora dolce gourmet.
Pastiera con frolla al cacao, con la crema, al farro, con la farina di riso…sono solo alcune delle possibilità per preparare questa specialità della pasticceria napoletana.
Non ci resta che gustarla!