Vico Equense, il Giudice Raffaele Di Palma compie 90 anni
Partito da Vico Equense( Bonea), è diventato un importante magistrato presso il Tribunale di Milano. Poi un avvocato, tra i maggiori esperti di diritto finanziario in Italia.
Compie 90 anni il giudice Raffaele Di Palma, partito da Bonea di Vico Equense negli anni ’50 per diventare Magistrato e arrivare fino al Tribubale di Milano, dove ha ricoperto per molti anni l’importante ruolo di Sostituto Procuratore della Repubblica. Nato il 27 aprile del 1933 ha avuto, come molti all’epoca, un’infanzia difficile, trascorsa tra i terreni, le stalle e le antiche case rurali di Satrulo e Bonea, in una zona chiamata Agnano. Il fascismo, la guerra, la morte prematura della giovanissima madre, Giuseppina Guida ( di Massaquano), il padre Giuseppe, volontario della Guerra Civile in Spagna tra il ’36 e il ’39, e i 3 fratelli minori, Francesco, Angelo e Lucia, ai quali, da primogenito, ha sempre cercato di badare al meglio, crescendo molto in fretta. Gli studi classici, i lavori più umili per contribuire al sostentamento della famiglia. I viaggi a Napoli con le motobarche o con i primi treni della Circumvesuviana per portare mozzarelle, per sostenere gli esami e per fare il praticantato da avvocato, dopo la laurea in Giurisprudenza conseguita alla Federico II. Poi il concorso per Magistrato, superato brillantemente nel 1960, grazie ai numerosi sacrifici e alle lunghe giornate e nottate passate sui libri. Una vita affrontata con coraggio e determinazione senza mai dimenticare le origini. Il borgo natio di Bonea, la madre scomparsa, i fratelli e le sorelle, anche quelli venuti dopo il nuovo matrimonio del padre, rimasto vedovo molto giovane. Venti anni fa ha voluto restaurare, a sue spese, l’antico organo della Chiesa di Bonea dove la madre suonava quando era un bambino. Un’attenzione e una presenza costante per l’intera famiglia, nonostante i numerosi e importanti impegni professionali.
All’inizio della sua carriera da Pretore, si occupò anche di Michele Sindona. Suo il primo mandato di cattura e la prima sentenza di condanna per il famigerato bancarottiere che negli anni successivi fu coinvolto in gravissimi scandali che fanno parte della storia italiana. Quindi l’arrivo a Milano, dove da Sostituto Procuratore della Repubblica ha condiviso per anni i corridoi del Palazzo di Giustizia con magistrati quali Borrelli, Colombo, i giovani- all’epoca- Di Pietro e Davigo, componenti del pool Mani Pulite che rivoluziono’ l’Italia nei primi anni ’90. Ha conosciuto e incontrato il Capo dell’FBI. Fu invitato appositamente negli Stati Uniti per ricevere un riconoscimento dopo che, con le sue indagini, aveva contribuito a smascherare una grossa truffa finanziaria internazionale. È stato invitato a parlare a un convegno alla Sorbona di Parigi. L’impegno da Magistrato portato avanti con grande senso di giustizia e lealtà. Senza mai trascurare la sua famiglia, creata con la moglie Marisa, vicepreside originaria di Meta di Sorrento, e i tre figli, Fiammetta, Serenella e Gianpaolo.
Poi, dopo 30 anni, le dimissioni dalla Magistratura per intraprendere la carriera di Avvocato, proseguita fino a pochi anni fa, ormai ultraottentenne, nel suo studio vicino a Piazza San Babila, a pochi passi dal Duomo di Milano. Una carriera forense caratterizzata dalla sua specializzazione nel Diritto Finanziario, del quale, negli anni 80 e 90, era considerato tra i maggiori esperti d’Italia. Il giudice( così lo chiama ancora chi lo ricorda e lo conosce a Vico) non ha mai dimenticato le sue origini, mai perso il suo accento e la sua ironia napoletana, la sua semplicità. Novant’ anni di vita intensa, vissuta tra tragedie collettive e familiari, difficoltà, sacrifici, avventure professionali e riconoscimenti. Un vicano doc che si è fatto valere in Italia e all’estero con una grande carriera di Magistrato prima e Avvocato poi, ma soprattutto con la sua grande umanità.