La recente nomina a Tramonti, del “Garante per la tutela degli animali”, Benedetto Amato, e l’approvazione del “Regolamento Comunale per la tutela degli animali”, sono un bel passo avanti per la Costiera Amalfitana, considerato che sono trascorsi ben cinque anni dalla prima campagna di sterilizzazione, promossa dal Comunedi Ravello, ed eseguita dall’unità operativa di randagismo dell’Asl di Salerno.
Le notizie delle stragi di gatti, si sono susseguite di continuo, in molti comuni dell’agro e del salernitano: tra le più recenti a Nocera, Pagani e Roccapiemonte, fino a quella del mese scorso in costiera nel comune di Scala.
Nei comuni amalfitani tuttavia, operano associazioni ufficiali dedite alla tutela degli animali, oltre a tanti gattari che autonomamente, cercano di gestire i felini senzatetto.
Per una comunità che in estate supera i 40mila residenti, c’è un solo ambulatorio veterinario asl “fantasma”, ubicato nel comune di Maiori, e le difficoltà diventano spesso insormontabili, tenuto conto delle condizioni caotiche della statale costiera.
Il servizio Asl nel salernitano, si è ridotto sempre di più con la pandemia, come ha denunciato anche Teresa Salsano del canile di Cava De Tirreni, dove dal mese di febbraio dell’anno scorso, scarseggiava l’anestetico per gli interventi, ed i volontari furono costretti a sterilizzare privatamente gli animali randagi.
Un’impresa alla lunga insostenibile, che ha causato l’aumento di cucciolate e randagismo.
A fronte di questa emergenza prima dell’estate sono state anche presentate delle interrogazioni al Ministro della Salute, da parte dell’onorevole Francesca Flati, e poi dalla deputata Anna Bilotti.
In particolare i gatti, pur essendo meravigliosi e molto utili, essendo animali “girovaghi”, finiscono per essere eccessivamente prolifici: una gatta può partorire tre volte l’anno, con una media di 4-5 gattini, e ciò significa 15 nuovi gatti all’anno per colonia, se c’è una sola femmina, circostanza abbastanza improbabile.
La Legge n.281/91 in materia di tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo, ha individuato tra le azioni da mettere in atto: la sterilizzazione, l’identificazione, ed i rifugi per ospitare e curare cani e gatti senzatetto. Da questa legge sono poi derivate le leggi regionali, che disciplinano competenze e responsabilità di comuni e asl veterinarie pubbliche locali.
Con il taglio delle spese sanitarie in Campania, purtroppo si sono ridotte anche quelle veterinarie.
Napoli nonostante tutto, con Asl Veterinaria Na1 Centro presso l’ospedale Frullone-Monaldi, presenta una delle situazioni migliori nella regione: un Pronto intervento Veterinario al numero verde 800.178.400, per segnalare animali feriti, grazie al quale è previsto il soccorso.
Se l’animale è “del sindaco”, ossia non registrato ad un proprietario, viene curato, sterilizzato o castrato e poi reimmesso sul territorio dov’era stato prelevato.
Nella realtà però gli animali soccorsi, vengono ricollocati in canili e gattili, e spesso non se ne riesce più ad aver notizia, anche quando chi li ha segnalati ne richieda l’adozione.
Questo servizio di numero verde a scala regionale, pare però non funzioni altrettanto bene, negli altri comuni: dall’entroterra casertano alla costa, ed anche nelle zone interne della provincia di Avellino, da dove è partita anche qualche denuncia, e non se la passano meglio nemmeno i volontari della zona vesuviana e sorrentina. Un esempio emblematico è quello del Comune di Vico Equense, costretto a varare addirittura contromisure per i cani semiselvatici del Monte Faito.
In quest’area ci sono comuni molto popolosi, che fanno capo alla Asl Napoli 3 Sud, dove circa 60 comuni ricorrono all’ambulatorio e pronto soccorso a Torre del Greco, ma se c’è urgenza, in alternativa vengono indirizzati addirittura a Piano di Sorrento.
Come accade anche in Costiera Amalfitana, la distanza per il trasporto di animali, spesso non socializzati e traumatizzati dalla cattura, aumenta di molto le difficoltà, quindi la scelta privata, finisce per essere obbligata.
Per quanto riguarda i felini poi, la realtà è che nonostante ci siano sostegni economici dalle Regioni, la precedenza è sempre data ai cani, in quanto i fondi esigui previstinon bastano, ed inevitabilmente per i gatti non rimane nulla.
Eppure sono anche loro a tutti gli effetti parte delle nostre comunità, con diritti a cui lo Stato dovrebbe provvedere, ma invece restano interamente affidati alla buona volontà ed all’amore di cittadini volontari, e di singoli veterinari, che con abnegazione e spirito civico e professionale, prestano quasi gratuitamente la propria opera.
Nell’ultima legge di Bilancio sono previste agevolazioni, tra cui la riduzione dell’Iva su alimenti e cure veterinarie, il rifinanziamento del fondo per la lotta al randagismo, bonus da 150 a 450 euro annui, per ogni animale d’affezione che vive in famiglia ed è iscritto alla relativa anagrafe. Bonus che richiede però, un Isee entro i 15mila euro annui, che se inferiore a 7mila, può raddoppiare fino a 900 euro complessivi.
Staremo a vedere…