Castellammare di Stabia: riaprire le mescite di acqua delle Madonna e acqua Acidula
Lo chiedono gli aderenti dell’associazione “Amici della Filangieri”
Basta silenzi, è tempo di tirare fuori la verità. E’ quanto di prefiggono gli aderenti all’Associazione “Amici della Filangieri” che attraverso una manifestazione hanno protestato contro l’indifferenza delle istituzioni pubbliche su tema delle fonti delle acqua minerali a Castellammare di Stabia. Stiamo parlando soprattutto delle mescite di acqua della Madonna e acqua Acidula. Due fonti chiuse da oltre un anno in quanto inquinate con nichel e radio. In merito gli “Amici della Filangieri” chiedono al commissario straordinario che gestisce il comune dopo lo scioglimento per camorra della giunta Cimmino, di riferire sullo stato delle pratiche amministrative per la riaperture delle due acque pubbliche di mescita. Purtroppo negli ultimi tempi sull’argomento è calato il buio, ma ora i cittadini vogliono trasparenza e pretendono giustamente di essere informati sulla tempista atta a riportare alla riapertura al pubblico delle due fonti di mescita. Per questo l’associazione “Amici della Filangieri” il 18 aprile scorso con lo slogan “Castellammare di Stabia, città delle acque perdute” aveva organizzato una manifestazioni di protesta, la quale però non ha fruttato i risultati sperati, per cui ora ha protocollato un’istanza al comune per avere un incontro pubblico sull’argomento. I suoi aderenti chiedono di essere informati sullo stato dell’arte e quando riapriranno le due fonti mescite. Per l’associazione “Amici della Filangieri” la commissione straordinaria è stata totalmente assente sulle motivazioni che hanno portato alla manifestazione di protesta. Una manifestazione giusta, pacifica, civile e scevra da qualsiasi condizionamento politico che però è stata del tutto snobbata dal comune. Ora, quindi, è necessario organizzare un confronto pubblico sull’argomento. E’ il momento di fare chiarezza e di far sapere alla città quali sono le reali intenzioni del commissario straordinario dopo l’acquisto per 650 mila euro della fonte dell’acqua Acetosella. Solo così negli stabiesi potrà rinascere la fiducia nelle istituzioni, purtroppo smarrita dopo tanti anni di gestione “opaca” del comune.