Conan

27 maggio 2023 | 18:04
Conan

Conan il barbaro: una interpretazione spirituale

Gruppo di barbari attorno al fuoco. Bisogna decidere chi sarà il successore del capo barbaro, che ormai è vecchio. Domanda il vecchio capo a tutti, quale sia la cosa più bella nella vita. Risponde uno:” Il vento della prateria che ti soffia sul volto mentre vai a cavallo”. Ma il capo, scuote la testa in segno di diniego: “no, no, non è questo”. Risponde un altro: “la sera tutta la notte nella tenda con una bella donna” E ancora il capo scuote la testa, poi si rivolge a Conan: “e tu Conan? Quale diresti sia la cosa più bella della vita”. E Conan senza esitazione: inseguire il nemico, sentire il suo affanno di terrore, godere del rantolo della sua agonia E il capo. Ecco, è questo. Tu sei degno di essere il mio successore e lo nomina capo. Si racconta che l’autore del mitico Conan fosse un uomo pavido e vigliacco e che avesse proiettato sul suo personaggio tutte le sue aspirazioni eroiche. Cosa voglio dire con questo? Forse dobbiamo armarci di spade e tagliare le gole ai nostri nemici? In un certo senso, sì. Ma andiamo con ordine. Il Mahabharata è il poema epico indiano per eccellenza. Spirituale e filosofico come nessun altro. Di cui la sintesi è la Bhagavadgītā.” il canto del beato”. L’eroe, giura, (infallibile, arciere) guidato dal Signore Krishna in persona dopo tanti dubbi e situazioni infine trionfa rimanendo l’unico superstite di un terribile ragnarok, cioè una totale carneficina. Il diavolo si avvicina a Krisna e gli dice:” Cosa hai ricavato da tutto questo? Sono tutti morti! Ma il signore Krisna gli risponde: “sì, ma una luce è stata salvata!” Chi sono dunque i nostri nemici? Forse i russi? Forse i vicini di casa rumorosi? Forse il traffico del fine settimana? o Equitala? o la mafia o chissà che altro? Certo le cause esterne sono il riflesso di una realtà che pure va giustamente considerata. Ma siamo noi la misura del mondo, i nostri nemici sono dentro di noi! Ira,lussuria, superbia, accidia, invidia, avarizia,gola ,recita il vecchio catechismo cattolico. C’è del sale! Una volta tantum! Ancora Platone parlava di un’anima perfetta calarsi in una mente errante e bizzarra e lo stesso concetto dello Zen e dello yoga l’atman, cioè anima, immagine di Dio stesso, è rinchiuso, per motivi certo logici, ma misteriosi nella gabbia della mente e nelle prigioni del corpo. Insorgere contro la nostra miseria interiore e dimenticare il nostro destino, il nostro divino diritto di nascita è il compito più nobile e remunerativo di ogni uomo. Vedere vendere la propria anima per una manciata di lupini: e le illusioni della vita, significa sprecare tutte le nostre pressoché infinite potenzialità e condannarci all’inferno eterno dei nostri vizi! Delle nostre Illusioni mondane. Siamo tutti sul campo di battaglia(il mitico Kurukṣetra della Bhagavadgītā) abbandoniamo l’uomo piccolo e meschino che è in noi e impugniamo la spada della logica, , la luce della devozione, e della verità, per sorgere a un destino di pace e gioia immortale. Equitalia permettendo, si intende!
ROCCO AVERSA