GIORNATA NAZIONALE DEI CASTELLI. “Il castello di Pino, tra storia, archeologia e valorizzazione”
Dopo la conferenza oggi e domani la visita
MARTEDI 16 MAGGIO 2023 Museo Multimediale dei Monti Lattari Piazza Roma, 15, Pimonte (NA)
Conferenza: “Il castello di Pino, tra storia, archeologia e valorizzazione”
Saluti
Dott. Davide Minieri – Consigliere comunale delega alla Cultura
Dott. Francesco Somma – Sindaco di Pimonte Dott. Leo Donnarumma – Consiglio Direttivo IIC Nazionale
Interventi
Dott. Raffaele Iula – II “castello da Pini” ed il “castrum Pimontis” nel contesto storico del Ducato di Amalfi.
Dott. Mario Notomista – Castrum Pini. Una fortezza Amalfitana tra le alture dei Monti Lattari.
Prof. Domenico Tirendi – Valorizzazione del patrimonio culturale
sABATO 20 E DOMENICA 21 MAGGIO 2023 Castello di Pino – Pimonte (NA)
Ore 8,45 – Visita guidata al castello di Pino
L’IIC – Campania in collaborazione con il comune di Pimonte organizza una escursione e visita guidata al Castello di Pino. Raduno per gli escursionisti in Valle Lavatoio con possibilità di parcheggio in loco. Escursione attraverso i sentieri di Pimonte a cura delle guide del Club Alpino Italiano – Scuola Sezionale di Escursionismo “G. Fortunato”. Visita del sito a cura del Gruppo Giovani dell’Istituto Italiano dei Castelli – Campania e Live History a cura delle Associazioni “Cavalieri del Giglio”, “Benevento Longobarda” e “Artisti e Mercanti del conte Ruggero”.
É previsto un unico gruppo di 50 persone, pertanto i posti sono limitati. Gli escursionisti che percorrono valle Lavatoio dovranno calzare scarponcini da trekking con suole tipo vibram. La durata del percorso è di 2h in salita e lh in discesa. Una volta arrivati al Castello di Pino sarà possibile fruire della visita guidata a cura dell’IICC, assistere agli eventi di Live History delle diverse associazioni partecipanti, e scoprire l’antica cucina medievale a cura della Proloco Pimonte. Al termine delle attività, i partecipanti riuniti in gruppo potranno effettuare il percorso in discesa guidati dal CAI. È previsto un servizio di navette messe a disposizione
GLI archeologi che da anni sono impegnati a salvare l’ antica Ercolano corrono in soccorso del villaggio-rudere di Pino, arroccato a metà strada tra Amalfi e Agerola. A dare il via al progetto di recupero dell’ abitato abbandonato è il Comune di Pimonte, sui monti Lattari. ASSIEME al Comune partecipano al progetto di recupero il Centro di storia e cultura amalfitana e l’ Università di Salerno. Il castello di Pino venne fondato alla metà del X secolo in posizione isolata a controllo del valico tra Castellammare e Amalfi e, di fatto, in uno dei passaggi più utilizzati per collegare il golfo di Napoli e quello di Salerno. Riparato nel 1241 su disposizione di Federico II, il castello di Pino fu infeudato nel 1283e all’ inizio del 1300 fu concesso alla moglie di re Roberto, la regina Sancia. A causa della continua presenza di briganti nel corso del XIV secolo, alcune delle famiglie più in vista di Pino lasciarono la città: a decretare l’ abbandono del villaggio la fine del ducato di Amalfi che nel 1398 re Ladislao concesse in feudo ai Senseverino. Da quel momento ebbe inizio il lento declino dell’ insediamento, giunto allo stato di rudere fino a oggi. Solo la chiesa della Madonna di Pino sopravvisse e fu frequentata a fasi alterne. Recentemente restaurata, la chiesa di Pino viene riaperta una volta all’ anno nel periodo pasquale. L’ edificio sacro risale alla seconda metà del XIII secolo e si trova al centro dell’ area del castello. Si raggiunge lungo un tortuoso sentiero che si snoda tra boschi di querce e castagni, segnato da muretti a secco di antichi terrazzamenti, destinati a ospitare orti e vigne. Il progetto di recupero dell’ antico abitato si devea Domenico Camardo, capo archeologo dell’ Herculaneum conservation project, e all’ archeologo Mario Notomista. I due professionisti sono stati già impegnati nell’ ambizioso intervento di scavo e valorizzazione del castello di Lettere. Il progetto prevede la pulizia, il rilievo e lo studio sia del circuito murario su circa 8 mila e 500 metri quadrati, sia delle torri e del mastio, nonché delle chiese di San Giacomo e di Santa Barbara e di tutti i ruderi all’ interno e all’ esterno delle mura, oltre alla ricognizione archeologica a tappeto. All’ interno del recinto si notano resti murari appartenenti ad abitazioni di cui sono spessi riconoscibili ambienti, cisterne e pavimenti in cocciopesto. L’ intervento è stato presentato alle giornate di studio sulla ricerca archeologica in territorio amalfitano, svoltesi all’ Arsenale della Repubblica, ad Amalfi. Ad assicurare la realizzazione del recupero il Comune di Pimonte che con l’ assessore alla cultura Anna Ospizio parla di «un impegnativo e vasto progetto di consolidamento e valorizzazione per il castello-villaggio rudere di Pino, già proficuamente avviato con il patrocinio della Regione Campania». Il villaggio sarà così inserito in percorsi guidati attraverso l’ antico tracciato viario del ducato amalfitano, l’ antica via Stabiana, studiato da Aldo Cinque, e che consente il collegamento attraverso la sentieristica montana con Vico Equense, Agerola, Scala e Amalfi