Emilia Romagna: l’alluvione e i cambiamenti climatici
Gli eventi metereologici estremi sono sempre più frequenti. Quello che sta accadendo in Emilia Romagna riaccende il dibattito tra i sostenitori della causa derivante dai cambiamenti climatici in atto ed i negazionisti.
Pei i negazionisti il cambiamento climatico è un semplice dissesto idrogeologico. Altrimenti si dovrebbe concludere che questo esiste solo in Italia. Il terreno diventa sempre piu’ impermeabile: cosi’ quando piove, l’acqua anziche’ andare sotto, come natura vuole, resta in superficie. Secondo questa tesi il cambiamento climatico non può essere una della cause del dissesto idrogeologico, dato che se così fosse, il fenomeno sarebbe localizzato «solo» all’Italia dato che è nel nostro Paese che si verifica la stragrande maggioranza delle frane.
Se l’Italia ogni volta che piove più del normale – e accadrà sempre più spesso per effetto dei cambiamenti climatici – piange morti e devastazioni, non è colpa di un destino avverso ma della bulimia costruttiva che negli anni ha sacrificato pezzi sempre più grandi di territorio. Insomma gli effetti disastrosi sono da imputare al consumo di suolo e all’incuria, ma la frequenza di eventi meteorologici estremi con caduta di enormi quantità di pioggia aumenta di pari passo con la temperatura terrestre.
Si tratta di una quantità di pioggia caduta sull’Emilia-Romagna nel mese di maggio eccezionale.
Come analizzato dal centro di ricerca Meteo Expert, la regione ha ricevuto in 17 giorni la pioggia che normalmente cade in almeno sei mesi. In quell’occasione, il terreno reso impermeabile dalla siccità degli ultimi mesi, aveva facilitato il ristagno delle precipitazioni che sono state assorbite più lentamente del normale. Una volta penetrata, l’acqua ha saturato il terreno, che non è riuscito ad impregnarsi della pioggia caduta successivamente. A ciò si sono aggiunti i venti in rotazione antioraria sull’Italia. Nello specifico, quelli provenienti da Sud-Est hanno sospinto verso nord l’acqua del mare Adriatico facendone innalzare il livello in maniera analoga a quanto avviene quando a Venezia si verifica il fenomeno dell’acqua alta. La forza del mare ha impedito il corretto deflusso dei fiumi alla foce, che sono quindi esondati più facilmente di quanto avviene di norma.
Non si tratta più di fenomeni inaspettati, ma sono il frutto dell’estremizzazione del clima che contrassegna l’attuale cambiamento climatico, dicono, invece, coloro che non sono schierati con i negazionisti. Guardando ai dati, si vede come negli ultimi 10 anni il numero delle alluvioni da piogge intense sia aumentati moltissimo e nel report viene analizzata la correlazione esistente tra la quantità d’acqua che cade nel giorno più piovoso dell’anno e l’aumento della temperatura.
Ad ogni modo, ciò non vuol dire che il cambiamento climatico sia l’unica causa dei danni visti in Emilia Romagna. La forza e la violenza delle precipitazioni aumenta, ma alla base dei problemi c’è anche l’incuria del territorio, la mancanza di manutenzione delle infrastrutture, l’eccessiva cementificazione e progettazione di opere pubbliche e private.