Giro d’Italia: il sindaco di Eboli Mario Conte scrive alla Rai per protestare.
Non sono piaciute le riprese in diretta e nemmeno il servizio giornalistico della Rai
Sono nate molte polemiche per le riprese e i servizi della Rai al Giro d’Italia. Al sindaco di Eboli, Mario Conte non sono andate giù ne le riprese video e nemmeno quanto è stato detto durate le stesse dai giornalisti. Per cui ha deciso di scrivere alla Rai e alla direzione della corsa ciclistica per protestare e chiedere contemporaneamente una rettifica al servizio andato in onda in diretta.
“A nome della Città di Eboli – inizia la lettera del primo cittadino ebolitano – in merito alla diretta del Giro d’Italia di ieri, vi chiedo una rettifica circa quanto erroneamente dichiarato e quanto gravemente omesso al pubblico di milioni di telespettatori. Le pregevoli riprese dall’alto, attestazione di una storia millenaria, sono state purtroppo accompagnate da un imbarazzante silenzio dei telecronisti e da alcune imprecisioni. Non una volta è stata nominata Eboli, pur partenza di tappa del Giro-E, corsa organizzata sempre da RCS Sport. Nessun accenno al suo patrimonio culturale, ai suoi tesori architettonici, alla sua bellezza naturalistica, alle produzioni agricole ed industriali. Non è mia intenzione alimentare una rivendicazione di municipio, apprezzando e riconoscendo il grande valore per il Paese del servizio pubblico radiotelevisivo e la grande professionalità di tanti bravi giornalisti della RAI. Tuttavia credo che sia doveroso, proprio in ragione della missione di servizio pubblico, dare in queste occasioni la giusta visibilità ed informazioni corrette sui Comuni di Italia che rappresentano l’ossatura del Paese, con le loro storie, tradizioni, produzioni e saperi. La mozzarella, come i prodotti ortofrutticoli e di IV gamma, molti a marchio certificato, sono solo alcune delle eccelse produzioni di Eboli e della valle del Sele che aziende di prim’ordine, di valore internazionale, portano sulle tavole di milioni di consumatori in tutto il mondo, generando un fatturato di oltre 4 miliardi di euro e dando occupazione a migliaia di lavoratori, operai, tecnici specializzati e laureati in svariate discipline. La “zizzona”, riferimento “celebre” alla mozzarella di uno dei comuni della piana del Sele, dove in verità non vi è un solo allevamento bufalino, è una leva di marketing di un bravo imprenditore, ma nulla in confronto alle migliaia di bufale allevate sul nostro territorio. Non è pertanto accettabile che Eboli e Capaccio, sedi dei maggiori stabilimenti caseari della Provincia e tra i più grandi del Mezzogiorno, passino per comuni limitrofi. Bisogna conoscere la realtà per comprendere e raccontare il nostro Paese, con senso di responsabilità. Confido che Rai Sport trovi l’occasione per restituire ad Eboli un racconto fedele già nella puntata odierna, con una precisa e doverosa rettifica alla ripresa della Corsa Rosa da Napoli. Una Città dalla storia millenaria, dall’immenso patrimonio culturale, da sempre patria della Mozzarella, eternata da Carlo Levi con il suo Cristo si è fermato a Eboli”.