Il Giro d’Italia in Costa d’Amalfi: un’opportunità o un rischio?
La Costiera tutta, all’annuncio che il Giro d’Italia l’avrebbe attraversata, ebbe un sussulto di gioia; purtroppo duro poco. Da subito i social e i media locali incominciarono ad agitare lo spauracchio della condizione delle strade attraversate, e l’interferenza della carovana del giro con quella del turismo che a maggio in Costiera è già da alta stagione.
Tutto quello che è successo fino all’altro ieri mattina, purtroppo ha confermato i timori della prima ora; per tre mesi la Costiera ha sfogliato la classica margherita anche per il giro: passa, non passa, si ripeteva di ora in ora; notizie buone dal fronte lavori di sistemazione si alternavano a quelle meno buone delle giornate che passavano velocemente; finanche qualche miracolo ha visto la luce grazie al Giro, i lustri di cartelli “strada chiusa al traffico”, diventavano magicamente un ricordo; alla fine sembrava quasi che l’uomo avesse il sopravvento sulla iattura.
Purtroppo, si sa, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, lunedì in tarda mattinata la tragedia del pullman precipitato, con la dolorosa morte di un giovane figlio di questa terra, ha rimesso tutto in discussione; nelle ultime ore è arrivata però la notizia che il Giro d’Italia non cambierà percorso; se non si trattasse di una vita umana e delle sorti di un territorio Patrimonio dell’Unesco, verrebbe da dire “The Show Must Go Home”, lo spettacolo deve continuare.
I social e le chat son diventati roventi, quanti sono stati toccati nell’intimo da tragedie familiari e personali a causa del degrado fisico ed organizzativo del territorio, stanno rivivendo i momenti di rabbia e dolore, e vorrebbero gridarli al mondo.
Dico subito che hanno ragione. Ma aggiungo anche un chiaro e forte: SOLO LORO! Gli altri, tutti gli altri, NO!
Questa terra sta attraversando da decenni una fase terribile di degrado fisico, organizzativo, sociale e politico, a dispetto di tutti i dati e le statistiche economiche; per questo motivo dico che: chi ha taciuto in questi anni, chi non ha mosso un dito per cambiare, peggio ancora chi ha continuato ad applaudire e sostenere i signorotti di turno, tutti quanti gli altri non hanno diritto oggi di protestare e indignarsi.
In queste ore si sente parlare di proteste per domani, di manifesti, o di altro; a ben riflettere è l’altra faccia della stessa medaglia. In democrazia la regola è che le proteste, le proposte, le verifiche, la rabbia, i cambiamenti, si realizzano e sintetizzano con l’esercizio, prima della candidatura, e poi del voto.
Non pensate che per la Costiera Amalfitana sia necessario smetterla di indignarsi per 24 ore, per poi tacere per un altro lustro? Non è il caso di incominciare a costruire dal basso un nuovo corso?
Sia ben chiaro, se domani qualcuno penserà bene di far arrivare la sua voce a tutta l’Italia, e lo farà in modo civile e intelligente, avrà tutto il mio personale sostegno; sarà però un sostegno a tempo, lo farò per qualche o giorno o per sempre, tutto dipenderà dalla volontà di quelle persone, oggi giustamente arrabbiate, di partecipare attivamente ad un nuovo corso per la Costiera Amalfitana.
La Costiera Amalfitana, per volontà del suo Creatore, è stata una terra predestinata solo a persone RICCHE, questa è la verità assoluta; purtroppo, e mai come oggi, la maggioranza dei suoi abitanti è convinta che la ricchezza a cui pensava il Creatore era quella misurata con l’ “estratto conto”; gli stupidi non hanno capito che Lui si riferiva a ricchezza di territorio sicuro, di qualità della vita, di sorriso e non di lacrime.
L’assurdo di domani è che per far passare in sicurezza delle biciclette si chiuderanno le strade, una volta passate loro, noi, abitanti della Divina, non potremo circolare in sicurezza neanche a piedi.