La Provincia di Salerno annulla la gara del depuratore di Maiori
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Claudio d’Esposito, Presidente WWF Terre del Tirreno sulla vicenda del depuratore nella cittadina costiera
Apprendiamo con soddisfazione che la Provincia di Salerno ha annullato la gara del Depuratore Consortile, localizzato nella Valle del Demanio di Maiori.
Il depuratore, così come progettato e concepito, rappresentava di certo una preoccupazione per l’intero territorio e per le nuove generazioni. I rilievi mossi dai cittadini attivi del paese, dal Comitato “Tuteliamo la Costiera Amalfitana” e dal WWF, oltre che dagli stessi Amministratori che hanno amministrato in passato la città e hanno sottolineato con forza l’assurdità del progetto, sicuramente sono serviti!
Stavolta la Provincia ha saputo porre rimedio ad un costoso e spregiudicato impianto che era stato concepito senza rispetto per il territorio ed i suoi abitanti e senza reali garanzie di depurazione!
Il progetto, su decisione del governatore De Luca, prevedeva la costruzione di un mega depuratore per trattare gli scarichi di sei comuni della Costa d’Amalfi: Maiori, Minori, Ravello, Scala, Atrani e Tramonti, in un sito particolarmente pregiato del territorio di Maiori e dall’enorme valore ambientale: la Valle del Demanio.
La Valle del Demanio è uno dei luoghi di maggior significato naturalistico dell’intera Costiera amalfitana. Non a caso la ricchezza d’acqua, la singolare conformazione ricca di anfratti, forre, burroni, la presenza di stillicidi, pozze, cascate formate dai due torrenti convergenti, Rio Demanio e Acqua calda, evocano il paragone con la più famosa Valle delle Ferriere di Amalfi.
Del resto anche qui albergano molte della rare specie vegetali che prosperano nella Riserva Naturale orientata e la stessa Woodwardia radicans, fiore all’occhiello della Valle delle Ferriere, fu rinvenuta, all’epoca, anche qui nel “vallone di Majori” dal suo scopritore Francis Neville Reid.
Contrari alla creazione di questo autentico ecomostro sono apparsi da subito i cittadini di Maiori e dell’intera Costiera che raccolsero centinaia di firme in una petizione popolare.
Il WWF aveva sottolineato come la realizzazione dell’opera nel sito individuato fosse assolutamente impattante dal punto di vista ambientale e paesaggistico con conseguenze, dirette e indirette, sulla stessa vocazione turistica dell’area e sul relativo indotto economico del territorio.
La localizzazione nella zona Demanio del Comune di Maiori, tra l’altro, non era consentita dal Piano urbanistico territoriale – L. n. 35/87, inoltre l’area scelta, all’interno del Parco Regionale dei Monti Lattari, in zona vincolata dall’Unesco e in un sito Natura 2000, era sottoposta a vincolo idraulico e classificata dall’Autorità di Bacino a rischio elevato di frane e alluvioni. Il progetto prevedeva tra l’altro che la condotta destinata al trasporto dei reflui transitasse direttamente nell’alveo del torrente Reginna Maior.
Il WWF aveva ribadito la necessità di trovare soluzioni alternative, sottolineando un principio fermo del diritto ambientale che è quello della valutazione comparativa delle ipotesi alternative al fine di scegliere quella meno impattante sia sotto il profilo ambientale che economico, nella convinzione che il territorio, l’ambiente, i valori culturali appartengono ai cittadini e la pubblica amministrazione sia solo un mezzo per realizzare gli obiettivi nell’esclusivo interesse pubblico!
Per il WWF la tutela delle acque, sia dolci che marine, è tema prioritario; di conseguenza anche le problematiche sulla depurazione vanno affrontate in modo rapido ed efficace specie quando incidono su ambiti delicati vuoi per la loro qualità naturalistica, vuoi perché essenziali ad attività economico quali la pesca ed il turismo. La storia del depuratore di Maiori, al di là di ogni giudizio sull’opera, non ha dimostrato né rapidità né efficacia.
Sulla vicenda del depuratore, c’era stato anche un intervento del Ministero della Cultura tramite il Sottosegretario Lucia Bergonzoni (in risposta ad un’interrogazione parlamentare della Deputata Anna Bilotti) che aveva certificato carenze ed omissioni procedurali inammissibili dato il tempo in cui si discuteva dell’opera e dato l’approccio delle Istituzioni locali secondo cui tutto era regolare e quindi a posto, sottolineando un approccio metodologico sbagliato sull’opera che comportava “interventi di particolare impatto” che non solo occorreva valutare ma eventualmente evitare qualora fosse dimostrata l’efficacia di altri progetti.
Fortunatamente la Provincia di Salerno ha saputo ascoltare l’appello dei cittadini a tutela della salute, della natura e del paesaggio, annullando la gara per il depuratore!
Meta, 24 maggio 2023