La storia del Ponte del Dazio a Meta, attuale Ponte Orazio
Riportiamo un interessante scritto di Gaetano Astaritasulla storia del Ponte del Dazio (Via Ponte Vecchio – Meta)
L’attuale Ponte Orazio forse è l’emblema dell’imbarbarimento storico-culturale in cui stiamo affogando, soprattutto negli ultimi cinquant’anni. Stiamo distruggendo o storpiando tutto il nostro passato, a cominciare dal nome di questa località. Quello corretto dovrebbe ritornare ad essere Ponte del Dazio, che nella forma dialettale era diventato ponte o’ razio, da cui la comica italianizzazione in orazio. Il Pons Major, come era già conosciuto dai greci e romani, era il passaggio obbligato per carri e merci per attraversare il Vallone Lavinola lungo la Via Minerva per chi dal valico di Alberi proseguiva per l’Athenaion di Punta Campanella. Per chi, poi, nei secoli successivi scambiava merci fra le università feudali di Vico e Amalfi con Sorrento, lungo le vie dei monti da Arola o del mare dallo Scaricatoio. Su questo ponte, infatti, l’università feudale di Sorrento riscuoteva gabelle e dazi sotto la protezione del palazzo-fortezza degli Acciapaccia.
Resta evidente il monumentale portale in pietra scura del secolo XV della vecchia struttura, quasi del tutto distrutta dagli aragonesi per punire la fedeltà angioina della potente famiglia sorrentina ed oggi di nuovo mortificata da rifacimenti ed ampliamenti che nulla hanno mantenuto dello stile originario. Anche l’edicola votiva soffre dell’oblio contemporaneo, era infatti formata da un trittico in cui alla sinistra era raffigurata la Madonna del Lauro e a destra la Santissima Trinità, a simboleggiare il confine fra i due casali, oggi parrocchie. A quando la ricostituzione del trittico?
Un angolo così ricco di storia ed arte sarebbe dovuto essere preservato meglio, invece risulta difficile anche fare una foto decente, fra auto e scooter in sosta o in veloce transito e abitanti preoccupati della presenza e dell’interesse dei camminatori d’altri tempi…