L’Arciconfraternita dell’Assunta a Vico Equense e il suo Altare delle Meraviglie
Oggi ci troviamo a Vico Centro e proprio a poche centinaia di metri dall’Ottocentesca fontana dei Delfini in Piazza Umberto scopriremo un gioiello unico custodito da uno scrigno altrettanto prezioso… e ora seguitemi!!!
Come abbiamo detto partendo dalla Fontana dei Delfini e proseguendo per via Filangieri passando davanti alla Vecchia casa Comunale imbocchiamo via Monsignor Natale che ci conduce nel centro storico di Vico, denominato Vescovado, qui è visibile ancora l’antico impianto viario definito a scacchiera.
Questo quartiere ha rappresentato per secoli fino al 1800 il cuore delle attività politiche e religiose della cittadina equana: sono ancora visibili, sia pure modificati nel corso dei secoli, i due monumenti più importanti e famosi dell’epoca Angioina: la Cattedrale e il Castello.
All’interno di questo quartiere si respira e si è circondati dalla storia secolare della nostra cittadina: portali catalani, archi in pietra e tufo, colonnine angolari che non sfuggono agli occhi più attenti…
Tra le bellezze che ci riserva questo quartiere dopo aver superato la strada che collega il Castello alla Cattedrale vi è la Chiesa dell’Arciconfraternita dell’Assunta e Monte dei Morti: proprio questa chiesa è lo scrigno prezioso che contiene un unicum nel suo genere.
La chiesa, esistente nel XV secolo con il nome di S. Maria della Pace, venne acquistata nel 1742 dall’ Arciconfraternita dell’Assunta, sodalizio sorto nel 1615 per scopi di preghiera, culto e mutuo soccorso. Proprio nel 1742 la congrega si trasferì in questa chiesa proveniente da Santa Maria del Toro dopo una disputa non ben documentata con i padri Teatini.
Nel 1776 i confratelli chiesero ed ottennero da Ferdinando IV di Borbone il regio assenso sulla confraternita per evitarne la soppressione come corpo morale illecito.
L’Arciconfraternita continuò la sua attività nel corso dei secoli ma nel corso degli ultimi 60 anni si è proceduto a rivitalizzare il sodalizio con una serie di attività tra cui ricordiamo a partire dal 1987 la Processione del Venerdì Santo.
E ora parliamo della chiesa. Al 2000 risale uno splendido restauro seguito dall’Arch. Antonio Irlando che ha esaltato l’immagine originaria dell’antica struttura.
La finestra cun un’elegante cornice in tufo che vediamo sul lato sinistro risale alla seconda metà del 1500 ed è la finestra della sagrestia.
La facciata della chiesa è sobria con un portale anch’esso in tufo settecentesco con al di sopra un pannello maiolicato vietrese che rappresenta l’Assunta. Da notare anche il cancello di legno con aperture tipico degli oratori adibiti anche a sepolture.
Il pavimento è ricoperto da 108 lapidi che ricordano come il calpestio della chiesa era destinato a luogo di conservazione dei resti mortali dei confratelli.
Nella bacheca in cristallo sull’altare è custodita la scultura lignea del Cristo morto del XVI secolo portata in processione il Venerdi Santo.
Da notare la statua lignea dell’Assunta, di scuola napoletana del XVIII secolo, recentemente restaurata.
Entriamo ora in un ambiente costruito alla fine del 1700 e che era destinato ad oratorio, dove è collocato il gioiello più prezioso custodito in questo splendido scrigno: l’altare ligneo del 700.
L’Altare è stato definito un’opera d’arte unica al mondo infatti non si conosce nella storia dell’arte sacra un oggetto simile a questo.
Probabilmente è stato costruito nel vicino convento delle clarisse che, a mano, fissarono decine di migliaia di perline di pasta di vetro, di corallo e madreperla su una struttura di legno ricoperta da un paramento di tessuto.
La storia della riscoperta di questo pezzo pregiatissimo è singolare: racconta infatti l’Architetto Irlando che nel 2000 la senatrice Susanna Agnelli passando casulamente per Vico Equense fu invitata a visionare la chiesa e l’altare ligneo.
La signora Si innamorò immediatamente di quest’opera d’arte e avendola trovato in pessime condizioni fece letteralmente un miracolo: scese in campo con tutti gli strumenti che aveva a disposizione e tramite la Banca Europea per gli Investimenti riuscì a reperire i fondi per il restauro.
Il restauro, eseguito dalla ditta Ascione di Torre del Greco, si concluse in pochi mesi e la senatrice prese parte all’inaugurazione della nuova veste del prezioso manufatto settecentesco.
Nel 2010 alla memoria della senatrice fu conferito il premio Rorondi premio conferito alle figure che si sono contraddistinte «nell’arte di salvare l’arte». Ancora oggi a Vico la Signora Agnelli è ricordata come la Signora dell’Altare.
Uscendo vediamo la veste con cui i confratelli partecipano alla processione del Venerdi santo: un saio viola con il cappuccio, la processione è diventata ormai una tradizione della nostra cittadina e richiama numerosi turisti.
è visibile l’organo settecentesco a tre archi con cui nel 1968 i confratelli arricchirono la chiesa così come testimoniato da una lapide all’interno della chiesa stessa.