Lavoro, cambiano le regole dal 30 giugno dello smart working: ecco cosa succederà

24 maggio 2023 | 13:36
Lavoro, cambiano le regole dal 30 giugno dello smart working: ecco cosa succederà

Lavoro, cambiano le regole dal 30 giugno dello smart working: ecco cosa succederà

Le disposizioni per agevolare lo smart working per determinate categorie stanno subendo un nuovo cambiamento: a febbraio, il governo aveva esteso le facilitazioni, ma solo fino al 30 giugno. Quindi, tra poco più di un mese, precisamente dal 1° luglio 2023, scadrà la possibilità per i lavoratori vulnerabili e per coloro che hanno figli di età inferiore ai 14 anni di usufruire dello smart working anche senza accordi aziendali, sia nel settore pubblico che in quello privato.

Attualmente, il provvedimento è stato istituito durante la pandemia da Covid-19 ed è stato prorogato più volte. L’ultima proroga è stata decisa dalla ministra Calderone il 28 febbraio, quando è stata trovata la somma di 16 milioni di euro necessaria per mantenere la misura. Al momento, i lavoratori vulnerabili, cioè coloro che hanno specifiche patologie individuate dal ministero della Salute, possono adottare il lavoro da remoto senza richiedere un accordo con l’azienda, anche per il 100% delle loro ore lavorative. Inoltre, se la loro mansione non è compatibile con lo smart working, possono essere assegnati ad altre mansioni mantenendo lo stesso stipendio.

Per i genitori con figli di età inferiore ai 14 anni, invece, le regole sono più restrittive. Infatti, lo smart working agevolato è valido (senza accordo aziendale) solo nel settore privato e solo se l’altro genitore non ha un’occupazione e non beneficia di misure di lotta alla povertà o di sostegno al reddito, come il reddito di cittadinanza o l’indennità di disoccupazione. Inoltre, non è possibile essere assegnati ad altre mansioni: lo smart working può essere richiesto solo se la propria mansione è compatibile. Tuttavia, queste condizioni scadranno il 30 giugno e tutti i lavoratori dovranno tornare in presenza o, qualora previsto, seguire le normali pratiche aziendali per il lavoro da remoto. Saranno ripristinati gli accordi individuali, in vigore dal 2017, ma i datori di lavoro non saranno obbligati a concedere lo smart working in caso di richiesta.