Lettere da Piano di Sorrento – Non si possono dimenticare

17 maggio 2023 | 19:48
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Lettere da Piano di Sorrento – Non si possono dimenticare

Ci sono persone della nostra cittadina, Piano di Sorrento, purtroppo scomparse, ma che non possono essere dimenticate. Certamente sono tante e non ho avuto il modo di conoscerle tutte; mi limiterò, pertanto, a parlare di quelle che ho conosciuto ed avuto modo di apprezzare.
Come si fa a dimenticare Antonio Irolla, lo stravagante fotografo, sempre circondato da amici a 4 zampe, cuore pulsante della squadra del Napoli in penisola sorrentina. Napoli unica fede. Ho letto, recentemente, quanto egregiamente scritto su di lui da Fabrizio D’Esposito. Effettivamente, come scrive Fabrizio, Antonio vive da sempre, e per sempre, in mezzo a noi e, con noi, festeggia questa meravigliosa vittoria dello scudetto, finalmente raggiunto dopo 33 anni.
Rivedo Geppino Russo, già Sindaco di Piano di Sorrento, ristoratore con la famosa “Tombola”, creatore del giornale “Il Carottese”, politico, introdusse al Comune di Piano il movimento Repubblicano, inaugurando una sede con l’intervento dell’On.le Spadolini; nell’occasione fece sì che emergessero giovani brillanti come Antonio Volpe ,Vincenzo Califano, Torquato Galasso ed altri. Fu singolare, per il nostro Paese, il fatto che allevò un cucciolo di leone, il famoso Milord, nel giardino di casa. Ricordo che la gente, nel passare davanti all’abitazione, rimaneva scioccata nel vedere quel bestione, e la gente si meravigliava di come fosse lo avesse addomesticato al punto di giocare con lui, come fosse un micione. Svolse anche ruoli di manager turistico. Forse ho dimenticato qualcosa ma non ho dimenticato lui.
Desidero anche ricordare Bernardo Pollio, commerciante inizialmente in via S. Michele, quando via S. Michele rappresentava il fulcro commerciale di Piano di Sorrento. La sua salumeria era sempre gremita; tutti i clienti volevano essere serviti da lui; un uomo straordinario nonostante la semplicità e l’umiltà con cui appariva. Ma non fu soltanto il salumiere doc, perché, con sensibilità artistica, suonava divinamente il violino nella Chiesa di S. Michele. Affabile, disponibile, con un carisma secondo me che pochi hanno avuto. L’attuale salumeria “Fra Goloso”, in via delle Rose, gestita dall’ottimo Apreda, custodisce soltanto il suo ricordo perché chi l’ha conosciuto vorrebbe vederlo sempre, con il camice bianco, dietro il bancone, sorridente, invogliante, unico.
Ricordo, infine, Pietro Mazzotta, abitava a via Bagnulo a 100 m. da casa mia. Con lui ho convissuto i giochi da ragazzo ed anche un poco gli studi universitari, perche frequentava la mia stessa facoltà. Ha espresso la sua intelligenza traverso l’ironia ed il sarcasmo nei suoi scritti giornalistici. Ironia e sarcasmo frutto dell’amarezza e sofferenza che colpivano uomini ed animali. Soprattutto gli animali perché era un animalista convinto. Ha combattuto il randagismo e salvato tantissimi cani e gatti. La Lega del Cane, nel 1996, lo ha richiamato all’attenzione con una targa, nella quale è scritto: “Finché un animale sarà abbandonato, nessuno sfuggirà alla solitudine. Finché un animale sarà oltraggiato nessuno sarà al riparo dalla violenza. Finché un animale sarà recluso nessun uomo sarà libero”.

(avv. Augusto Maresca)