Libri. Successo del libro di Vito Carbonara “GIUSEPPE CASCIARO L’artista e le stagioni pittoriche a Nusco”, Mephite, 2022.
Articolo di Maurizio Vitiello – Successo del libro di Vito Carbonara “GIUSEPPE CASCIARO L’artista e le stagioni pittoriche a Nusco”, Mephite, 2022.
Vito Carbonara
Giuseppe Casciaro, l’artista e le stagioni pittoriche a Nusco.
Edizione 2022, Mephite.
Misura 30×25 cm. Pagg. 208. Numerose illustrazioni a colori.
Vito Carbonara, nato ad Avellino nel 1982, è originario di Nusco, ma vive in Lombardia dal 2007.
Ingegnere esperto nel settore chimico, attualmente frequenta la Facoltà fi Filosofia di Bergamo.
Da tempo, s’interessa di storia e dal 2020 ha cominciato a studiare in modo approfondito la produzione pittorica di Giuseppe Casciaro.
C’è stata grande attesa a Nusco, in Irpinia, per la presentazione, in anteprima, del libro di VITO CARBONARA “GIUSEPPE CASCIARO L’artista e le stagioni pittoriche a Nusco”, pubblicato da Mephite nel 2022.
Ne hanno discusso, sabato 6 agosto, nell’Aula Consiliare, dopo i saluti del Sindaco ff Walter Vigilante, il Prof. Felice Casucci (Assessore al Turismo Regione Campania), Gianni Marino (Associazione Giuseppe Casciaro), il poeta Peppino Iuliano e il prof. Errico Cuozzo.
L’indagine storico-artistica di Vito Carbonara, durata ben due anni, sta raccogliendo significativi apprezzamenti in Campania, Italia e all’Estero.
Nusco attendeva il traguardo tagliato dal quarantenne nuscano Vito Carbonara e dal suo grande amore per il paese natio.
L’opera costituisce il primo riordino generale in tempi moderni della biografia di Giuseppe Casciaro (1863-1941), considerato il più grande paesaggista a pastello di ogni tempo, decano della pittura napoletana, ambasciatore della pittura italiana all’estero, insignito di altissimi riconoscimenti nel corso della sua carriera.
Vito Carbonata in oltre duecento pagine, riccamente illustrate, racconta con estrema chiarezza l’importanza che il pittore ebbe in Europa, a cavallo tra Ottocento e Novecento, e le relazioni di altissimo livello che replicò con “addetti ai lavori”, e non.
L’autore è riuscito a fornire, inoltre, una visione d’insieme dei due cicli pittorici realizzati nell’Alta Valle del Calore, cicli pittorici di cui si avevano conoscenze solo frammentarie non essendo mai stata tentata una ricognizione generale, rivelando il ruolo dei paesaggi nuscani come tappa fondamentale per la ricerca impressionistica e di ammodernamento del paesaggismo ottocentesco.
Ha rivelato, altresì, l’importanza clamorosa che questi quadri ebbero, a partire dall’exploit a “la Biennale di Venezia” del 1910 e la presenza sul territorio di un numero elevato di altri pittori che si concentrarono a Nusco al seguito del Maestro di Ortelle, per sperimentare le stesse visioni pittoriche; circostanza particolare di cui non si sapeva nulla.
Nella scheda della seconda di copertina si legge: “Questo libro ricostruisce in maniera completa e dettagliata la vita artistica di Giuseppe Casciaro (1861-1941), uno dei pittori più amati in Italia all’inizio del secolo scorso, maestro ineguagliato nella tecnica del pastello, pietra miliare della pittura paesaggistica napoletana. La narrazione è arricchita da frequenti rimandi al contesto storico, economico e relazionale entro cui il Maestro di Ortelle si muoveva, consentendo al lettore di riscoprire l’assoluta grandezza del pittore amato dai Savoia e di cogliere alcuni tratti dell’intero movimento artistico italiano all’inizio del secolo scorso.
La produzione casciariana era strettamente incentrata sulla sacralità del paesaggio, di cui il pittore cercava gli scorci più ameni. Quelle atmosfere pacifiche e solenni, rese con ineguagliato lirismo, erano espressione degli arcaici equilibri uomo-natura, in contrapposizione ad una quotidianità sempre più antropizzata e meno sostenibile.
In questo libro la produzione pittorica è esplorata approfonditamente attraverso la chiave di lettura inedita di Nusco, una località molto amata dal Casciaro ed i cui paesaggi, maestosi e vibranti di intonsa antichità, rappresentarono la principale alternativa ai paesaggi costieri per i quali era celebre.”
Giuseppe Casciaro ha indagato il paesaggio, si è impegnato come Morandi per la “natura morta” in egual mondo, però, per raccogliere le differenze emotive da paesaggio a paesaggio, privilegiando il Sud, a cui era legatissimo.
Ha vissuto a Napoli e ha conosciuto l’ambiente napoletano, ma ha anche frequentato grandi della pittura, come Carlo Carrà, in prima battuta coi Futuristi, da cui si staccò repentinamente, in modo imprevisto, dal gruppo iniziale.
Giuseppe Casciaro è da rivedere e rivalutare; sarebbe significativa una rassegna con i “pezzi” migliori per poter dichiarare la sua “cifra pittorica” di qualità alta e suggestiva.
Il libro è una miniera di riferimenti ed è ben suddiviso e risulta uno squarcio assistito sulla storia dell’arte napoletana, inserita nel contesto europeo.
Ci sono approfondimenti sulla presenza di Guido Di Rienzo, Giulio Pagliano, Rita Franco, Manfredi Franco, Fausto Pratella, Guido Casciaro, Carolina Casciaro, Romolo Leone, Nicola Fabricatore.
Questo libro è un continuo attraversamento del secolo scorso, che ci riporta le atmosfere di vari sedimenti epocali e della rete dei rapporti che il nostro pittore ha coltivato.
Certamente, risulta una pubblicazione preziosa per il rilevante impegno per la documentazione proposta.
Passaggi sottili e perspicaci puntualizzano momenti topici e non mancano le precisazioni fotografiche e un catalogo delle opere considerate.
Da leggere, senz’altro.
Maurizio Vitiello