Sorrento al G20 spiagge, ma il futuro dei balneari è ancora incerto

Turismo. Sorrento al G20 Spiagge. Sottoscritto il protocollo tra i Comuni e Enit
Interventi del ministro del Turismo, Daniela Santanchè, e di Ivana Jelinic, ceo Enit

Infrastrutture, mobilità, trasporti, sviluppo urbanistico, peculiarità e criticità dei “Comuni-fisarmonica”. E, ancora, overtourism, rapporto tra residenti e turisti, smart destination.
Sono alcuni dei temi affrontati nel corso della sesta edizione del summit del G20 Spiagge, che si chiude oggi ad Arzachena, in Costa Smeralda, con un convegno al quale prendono parte rappresentanti istituzionali nazionali, regionali e locali.
Tra le delegazioni presenti, quella di Sorrento, guidata dal presidente del consiglio comunale, Luigi Di Prisco, unica località campana aderente al network, che raggruppa 26 località costiere italiane che da sole attraggono 70 milioni di presenze turistiche, pari al 17% del totale nazionale.
Impossibilitata a partecipare, il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, è comunque intervenuta al summit con un video messaggio. “Senza dubbio le vostre destinazioni si trovano ad affrontare diverse sfide difficili, riconducibili all’obiettivo comune dello sviluppo sostenibile: la fragilità delle preziose coste italiane, l’annosa problematica della stagionalità – ha dichiarato –. So benissimo voi del G20s quanto vi state battendo per risolvere questa questione nella maniera migliore possibile. È evidente che se un Comune vive un incremento del 123% di presenze in alta stagione, l’amministrazione deve aver modo di avere un sistema di servizi adeguato all’incredibile divario rispetto alla popolazione stabilmente residente. Proprio per questo, dobbiamo lavorare insieme alla regolamentazione dello status di città balneare, per apportare significativi benefici ai territori interessati. La nostra attenzione è grande verso le vostre istanze”.
Per il presidente Di Prisco l’appuntamento “ha rappresentato un confronto importante tra amministratori pubblici, associazioni di categoria ed imprenditori, per dare un futuro alle nostre coste nel segno della sostenibilità. Bisogna essere all’altezza di nuove sfide, sia guardando ai nuovi competitor delle vacanze, sia con la necessità di praticare un turismo rispettoso dell’ambiente e del sociale”.
Nel corso dell’appuntamento conclusivo è stato anche firmato il patto d’intesa tra i Comuni del G20s e il protocollo d’intesa tra Comuni ed Enit.
“Un momento importante — il commento di Ivana Jelinic, ceo di Enit — perché valorizzare le nostre spiagge e superare le criticità spesso rilevate da queste realtà, per la differenza enorme che vivono dal momento ordinario del periodo invernale all’enorme affluenza dell’estate, è elemento da attenzionare. Enit cercherà di sostenere e sviluppare momenti d condivisione, ricerca e analisi per dare un contributo fattivo”.

Questo è il comunicato del Comune ma poco si dice e si fa per il futuro dei balneari che hanno inscenato una protesta e non sono stati neanche ascoltati.

“Non siamo stati invitati dal sindaco Roberto Ragnedda a prendere parte alla tavola rotonda, – denuncia Francesco Gambella, titolare di uno stabilimento nella spiaggia di Porto Rotondo e segretario regionale dell’associazione italiana imprenditori turistici balneari – ci è stato rivolto un invito solo a partecipare tra il pubblico. Ma noi volevamo far sentire le nostre ragioni ed è per questo motivo che stamane resteremo qui fuori a presidiare fino al termine dell’incontro, sperando che il primo cittadino ci convochi anche in futuro, perché siamo aperti ad un dialogo costruttivo”.

“Proprio in un momento in cui si affrontano sfide e, soprattutto, prospettive, si è deciso di fare ancora più buio sul nostro futuro – attacca il rappresentante dei balneari – Non si può parlare di turismo balneare quando alcuni Comuni prevedono nei Pul (il piano di utilizzo dei litorali, ndr) la cancellazione di concessioni e il taglio della metà di quelle rimanenti. Non si può parlare di sviluppo del turismo balneare quando, nella programmazione di quei Comuni, che in estate ricevono 300 mila turisti, non si prevedono i servizi di base come docce, spogliatoi e bagni. Tutto ciò è totalmente contrario al concetto di sviluppo ed accoglienza”.

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