La brutta notizia di stamattina è stata scandita dal suono delle campane della chiesa del piccolo borgo di Atrani. Non erano rintocchi di morte, ma un suono di festa… Si, perchè don Carmine sarà già in Paradiso.
L’ho conosciuto quattro anni fa quando, per necessità abitative, mi sono trasferita ad Atrani e gli ho chiesto di venirmi a trovare a casa.
E’ entrato in punta di piedi, con quella educazione tipica delle persone perbene, ci siamo conosciuti e stimati, ha pregato con me, per me e la mia famiglia; ha da subito compreso le mie ragioni e le mie scelte parrocchiali, senza giudicarmi, senza convincermi, senza obbligarmi, rispettando il mio percorso cristiano nella Parrocchia di Amalfi.
Questo significa essere un sacerdote: ascoltare, comprendere, aiutare, accettare.
Don Carmine Satriano lascia in tutta la comunità atranese un ricordo indelebile; basta guardare i tanti commenti lasciati dai parrocchiani sui social.
Ha affrontato la malattia con coraggio e con fede, senza lamentarsi mai, addirittura confortando gli altri, quando gli raccontavano i loro piccoli e grandi problemi.
Ha sempre pregato per tutti e noi abbiamo pregato per lui, per la sua salute, affinchè restasse ancora tra noi. Ma i disegni di Dio sono imperscrutabili e bisogna accettare anche la morte delle persone che abbiamo accanto, non con rassegnazione, ma con fede.
Resta impressa nella mia mente l’ultima volta in cui l’ho visto, un mese fa in chiesa; ero andata a chiedergli un certificato e l’ho osservato da lontano, prima di entrare in sacrestia: seduto alla sua sedia, accanto alla finestra aperta, osservava il mare e il cielo, proiettando verso l’orizzonte la sua incrollabile fede che, e ne sono certa, ha già portato la sua anima da Dio, Padre Onnipotente e ed Eterno.
Arrivederci, Don Carmine!