Il chimico Raffaele Attardi torna a parlare della schiuma nel mare della Penisola Sorrentina

Dopo un primo intervento sulla presenza della schiuma nel mare della Penisola Sorrentina il chimico Raffaele Attardi, ex sindaco e componente del movimento ambientalista “La Grande Onda”, torna a parlare del fenomeno: «Molti dei commenti che ha generati il mio post sulle schiume mi inducono a riprendere la questione.
Cominciamo col dire che certamente le schiume di cui stiamo parlando sono un fenomeno dovuto alla crescita e morte di miliardi di alghe, crescita dovuta all’enorme quantità di nutrienti: è stato più volte confermato da studi ed esperienze. Non continuate a ripetere che bisogna analizzare, capire, certificare, è tutto documentato.
E non continuate a fare collegamenti che non esistono: non sono fenomeni collegati direttamente alla rete nera e all’impianto di depurazione di Punta Gradelle. Abbiamo uno dei migliori sistemi fognari esistenti, se non ci fosse la situazione sarebbe certamente peggiore perché il carico organico a mare sarebbe più alto. E vi assicuro non mi pagano per dire questo.
Piuttosto che continuare ad avanzare sospetti bisognerebbe invece, tutti insieme, spingere per migliorare il sistema di gestione, in particolare per ottenere la completa separazione delle acque bianche dalle nere ed il pretrattamento di quelle bianche e completare la linea di recupero dei fanghi.
Per quanto riguarda le schiume tutte queste ipotesi sulla loro pericolosità non mi convincono. Per fare una analogia le considero come una una saponata che, come accade nel catino di una lavandaia, raccoglie e lascia sui bordi del catino lo sporco che c’è.
E lo sporco che conta non la saponata. E lo sporco è formato prevalentemente da miliardi di cadaveri di microrganismi, ma anche da rifiuti e ogni altra sporcizia che finisce a mare e viene inglobata in questo flusso di schiuma, spostato dalle onde e dal mare.
Certo lo sporco non fa bene ed è anche disgustoso a vedersi e se vi indigna allora chiedete che venga attuata l’unica misura di emergenza possibile: modificare le rotte di aliscafi e mezzi marini costringendoli a muoversi lontano dalla costa e ad usare motori ausiliari per gli attacchi che non producano schiuma.
Ma comunque le misure di emergenza, tutte, spostano ma non risolvono i problemi. E non servirebbero ad eliminare del tutto il fenomeno: le schiume si generano anche per effetto di venti mareggiate e moto ondoso.
Succede ovunque e la gravità del fenomeno aumenta.
Gira e rigira la causa di questo disastro è unica: ci sono troppi nutrienti a mare e siamo noi, con i nostri comportamenti che li generiamo, consumando e inquinando sempre di più.
Non possiamo far apparire questi fenomeni solo come la conseguenze di carenze tecniche o cattiva amministrazione. Né possiamo pensare di risolvere pulendo tutto ossessivamente, continuando nel frattempo a sporcare: queste cose sono necessarie come le pulizie domestiche, ma non sufficienti.
E non sarà certamente possibile fermare questo degrado allungando la serie di divieti o ricorrendo quotidianamente al Tribunale: queste cose sono necessarie ma non sufficienti. Quello che bisogna fare, secondo me, è ragionare globalmente e partire dall’idea che questo fenomeno, come tutti i fenomeni a cui assistiamo, cambiamento climatico incluso, non sono altro che l’impronta digitale della nostra società che orientata da egoismi e paure individuali, se ne frega della Terra e degli equilibri che reggono la Rete della Vita.
In soldoni troppi protestano solo perché non possono fare il bagno e se ne fregano di ogni altra considerazione: partono dal principio che hanno il diritto di fare l bagno. E si trincerano dietro questo ad altri diritti per continuare a consumare e inquinare.
Non voglio fare la morale a nessuno, ma quasi tutti i commenti al post parlano di questo diritto negato, di danni alla salute e solo pochissime persone hanno espresso dolore per l’altra faccia della medaglia: la morte di miliardi di microrganismi, la distruzione dei fondali e la perdita di diversità che questo fenomeno genera. Una vera apocalisse, auguriamoci che non sia un anticipo di qualcosa che va disvelandosi…
Io vi invito a partire con i ragionamenti senza pensare ad egoismi e paure, né a cercare subito colpevoli e soluzioni, ma dal dolore per tutto ciò che accade, perché penso che senza compassione per ciò che ci circonda non fermeremo questo degrado.
Se non agiamo in questa direzione e continuiamo ottusamente a vedere solo la punta di quello che è un enorme iceberg, questa storia avrà il suo epilogo scontato: continuando a promuove questo sviluppo stiamo creando un palazzo senza fondamenta che prima o poi crollerà, inevitabilmente.
Mi auguro perciò che dietro a questo problema vediate quella che è l’opportunità che si presenta, ovvero raggiungere la consapevolezza che prima di guardare ai nostri diritti e alle nostre passioni, di cercare nemici da combattere, dobbiamo far nascere prima in noi e poi ovunque una visione. Prima dei nostri diritti deve venire un obbligo da condividere: rispettare la Terra, gli equilibri che reggono la Rete della Vita e avere come obiettivo il bene comune e non il profitto individuale.
Bisogna frenare questo sviluppo insostenibile e invece di cercare colpevoli bisogna mettere insieme persone di buona volontà».

schiuma in mare

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