Il Ministro Sangiuliano “Amico di Positano” il riconoscimento dal sindaco Guida
Il Ministro Sangiuliano “Amico di Positano” il riconoscimento dal sindaco Guida . Questa sera la prima della rassegna di “Mare, Sole e Cultura” ha visto un ospite d’eccellenza nella perla della Costiera amalfitana. Il Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano che ha presentato un’opera di grande interesse . La prima biografia completa di Giuseppe Prezzolini, intellettuale originale e scomodo del ‘900, fondatore de La Voce. Durante la presentazione il sindaco Giuseppe Guida ha consegnato al Ministro la pergamena di “Amico di Positano” e una piatto di ceramica raffigurante la Villa Romana , che ha già visitato qualche settimana fa.
L’incontro, svoltosi nella Sala Comunale Andrea Milano, ha rappresentato l’occasione con cui il Ministro, giornalista e già direttore del Tg2, autore del volume edito da Mondadori “Giuseppe Prezzolini, l’anarchico conservatore”, ha discusso insieme al suo collega giornalista Virman Cusenza, autore del libro “I Giocatori d’Azzardo”, ed a Gianni Oliva, già assessore alla cultura della Regione Piemonte, la cui opera è, invece “Il Purgatorio dei Vinti”: si è dato vita ad una riflessione che ha seguito, come fil rouge del dibattito, “il peso della storia”.
Il ritratto di Giuseppe Prezzolini, fondatore della rivista intellettuale “La Voce”, conservatore anarchico, mente brillante del ‘900, mai antifascista militante ma disposto a abbandonare l’Italia e trasferirsi negli Stati Uniti per esprimere il suo pensiero anticonformista in piena libertà, ha rappresentato la base di partenza di un dibattito che si è posto sin dai suoi primi momenti l’obiettivo di andare contro il leitmotiv dell’intellettualismo politically correct e della cancel culture, paradigma cui il filone politico conservatore negli ultimi anni si oppone con grande forza.
“Prezzolini diresse la Voce con una grandissima apertura, come fu definita da Curzio Malaparte, la serra calda del fascismo e dell’antifascismo, per la capacità di raccogliere autori di ideali diversi, da Benito Mussolini a Giovanni Amendola e Gaetano Salvemini“, ha commentato Gianni Oliva, giornalista di ideali politici di sinistra, già assessore alla cultura della Regione Piemonte dal 2005 al 2010.
Virman Cusenza, illustre giornalista, già direttore de Il Mattino, di matrice moderata, ha ricordato un aneddoto della vita di Giuseppe Prezzolini, che lo ha legato alla Costiera Amalfitana: dopo il rientro dagli Stati Uniti nel 1946, conclusa la Seconda Guerra Mondiale e terminata l’esperienza del regime fascista cui, nonostante fosse conservatore, si era opposto, l’intellettuale visse per un breve periodo a Vietri, salvo, poi, tornare in America, in quanto non pienamente soddisfatto dell’Italia post-bellica.
“Fu un italiano – ha aggiunto Cusenza – che lanciò una crociata contro il pensiero dominante, ritenne che, da liberale, il superamento di un’idea potesse esserci soltanto con una ancora migliore. Da allievo di Benedetto Croce, ne coltivò l’eredità, ma fu anche seguace di Gentile e di Leo Longanesi. Non faceva parte di nessun jet set ma combatteva l’establishment ed era innamorato della solitudine“.
Chiusura del dibattito affidata, come da scaletta, al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che, nel ricordare la figura di Giuseppe Prezzolini ha anche sostenuto, nella sostanza, come cultura e conservatorismo non siano affatto agli antipodi ma che, anzi, le principali innovazioni del secolo scorso sarebbero giunte dalla destra politica.
“Il progressista è la persona di domani, il conservatore di dopodomani in quanto chiamato a innovare le strutture della società conservandone il nocciolo fondamentale. Sono stati i grandi conservatori ad innovare lo scorso secolo, come Margaret Thatcher, lo stesso De Gaulle, dalla cui epoca la Francia smise di essere una potenza coloniale – ha commentato il ministro della Cultura in chiusura dell’incontro – La cultura non ha steccati quando ha una grande visione, oggi invece manca un metodo hegeliano, fondato su tesi, antitesi e sintesi. Viviamo l’epoca delle elaborazioni preconcette e chiuse“.
Non sono mancati, poi, riferimenti alla situazione attuale della cultura in Italia dopo la svolta conservatrice degli ultimi mesi, ma senza mai scendere nei dettagli del dibattito politico corrente, nè nazionale nè locale: “In Italia ci siamo liberati di una cappa asfittica che ci impediva di confrontarci liberamente sulle questioni, siamo ormai all’aria aperta“.
Ma di politica locale ce n’era – e tanta – tra i banchi del pubblico: oltre al sindaco di Positano Giuseppe Guida, che ha rivolto i saluti istituzionali ai presenti ed invitato a partecipare ai prossimi appuntamenti della ricca kermesse, erano presenti, tra gli altri, il deputato di Fratelli d’Italia Antonio Iannone, già presidente della Provincia di Salerno tra il 2013 ed il 2014, il primo cittadino di Furore Giovanni Milo, l’ex sindaco di Positano Michele De Lucia.


Giornalista, saggista ed ora anche ministro della Cultura, in questa biografia, che torna in libreria per Mondadori, il giurista racconta l’avventura intellettuale di questo protagonista del Novecento, ripercorrendo la sua lunga vicenda umana – lunga perché Prezzolini visse cent’anni, dal 1882 al 1982 – che è anche la storia degli intrecci e delle correnti di pensiero che hanno attraversato l’Italia e l’Europa nel secolo scorso, quel Secolo Breve contrassegnato da straordinari fenomeni filosofici, letterari e politici.
Le avanguardie culturali del primo Novecento, il fascismo, le due guerre, la guerra fredda, gli anni Settanta: nel volume di Sangiuliano, già edito nel 2008 da Mursia e ora riproposto negli Oscar Mondadori con la prefazione di Francesco Perfetti e una postfazione di Vittorio Feltri, racconta la nascita della figura dell’intellettuale moderno, che abbandona le cattedre per immergersi nelle contraddizioni della società di cui è allo stesso tempo testimone e protagonista. Le avanguardie culturali del primo Novecento, tra giornali, botte e amori; l’esperienza de La Voce, la più importante rivista culturale del secolo scorso, la Grande Guerra, la nascita del fascismo, la Seconda guerra mondiale, il dopoguerra: Prezzolini ha marcato la vita culturale e politica italiana sfuggendo sempre alla tentazione delle ideologie e del conformismo.
Tre, secondo Sangiuliano, le caratteristiche che lo connotarono in tutto il lungo arco temporale della sua vita: l’essere politicamente scorretto, per vocazione e convinzione; l’essere coerente, fino all’autolesionismo; condire il tutto con un forte ironia. Prezzolini ne fece l’arma più efficace per testimoniare un mondo di banalità e conformismi: “In Italia nulla è stabile, fuorché il Provvisorio”, amava ripetere guardano al suo Paese.
Quando nel 1974 l’editore Rusconi gli rese omaggio pubblicando un’ antologia de La Voce, ritenuta la più importante rivista culturale del Novecento, dove hanno scritto Amendola, Salvemini, Croce, Einaudi, Gentile, Missiroli, Soffici, Palazzeschi, Papini, Ungaretti e tanti altri, Prezzolini non esitò a definirla il suo “monumento funebre”. E alla pomposa delegazione ufficiale del governo italiano giunta a Lugano per le celebrazioni dei cent’anni, disse chiaro: “Vi ringrazio ma fatemi domande, indiscrete, quelle concrete le conoscono tutti!”. A Pertini, che a nome di tutti gli italiani lo invitava a tornare a vivere in Italia, replicò divertito: “Stia tranquillo Presidente! In Italia ci vengo tutti i giovedì a comprare la verdura”. Alludeva alle brevi puntate che faceva da Lugano, per far spese oltreconfine.






Foto Vito Fusco