Legge Affitti Brevi: i nodi ancora da sciogliere anche a Sorrento

20 giugno 2023 | 07:30
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Legge Affitti Brevi: i nodi ancora da sciogliere anche a Sorrento

Il disegno di legge sugli affitti brevi, di cui avevamo parlato nelle scorse settimane, continua a dividere la classe politica e parte delle categorie. Qualche spiraglio di intesa filtra in queste ore, dopo la visita di Confesercenti al Ministero del Turismo a Roma. L’associazione delle imprese conferma che “le nostre istanze sono state ascoltate“.

Adesso alcune sezioni provinciali dell’associazione premono per una normativa nazionale uniforme che salvaguardi i centri storici.

Nei giorni scorsi anche i sindaci delle grandi città hanno bocciato la bozza di legge della ministra del Turismo Daniela Santanché. Abbiamo affrontato da poco il caso di Milano e quello di Firenze nonchè Sorrento e Costiera Amalfitana

La correlazione con l’emergenza abitativa

La legge voluta dalla Santanché intende “fornire una disciplina uniforme a livello nazionale volta a fronteggiare il rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali e a salvaguardare la residenzialità dei centri storici ed impedirne lo spopolamento”. Tuttavia i nodi da sciogliere prima dell’approvazione sono diversi.

Ad esempio:

Si potrà limitare il numero di licenze per zona?
Quale sarà il numero massimo di case che una persona potrà dare in affitto oppure offrire ai turisti prima che diventi imprenditore?
Cosa intende fare il Governo per affrontare l’emergenza abitativa aggravata dal caro-affitti (non solo a Milano, ma anche nelle località turistiche gli abitanti stanno abbandonando il tessuto urbanistico)?

Più trasparenza nelle locazioni turistiche

La Federazione Italiana Mediatori Agenti di Affari (Fimaa) sottolinea quanto sia fondamentare la regolamentazione del settore delle locazioni turistiche:

È sempre meno trasparente e questo va a discapito non solo del consumatore e degli operatori che rispettano le regole, ma anche della pubblica amministrazione. La maggior parte dei Comuni a vocazione turistica, infatti, chiede un contributo di soggiorno alle persone che affittano una camera o un immobile per un breve periodo. Troppo spesso, tuttavia, una quota di questo contributo viene occultata, quando non gestito dagli agenti immobiliari che prestano particolare attenzione alla tutela del cliente e al rispetto degli obblighi previsti.

Cosa prevede la legge Affitti brevi

Restando nei limiti della bozza e del disegno di legge, per sommi capi il Ministero del Turismo intende:

Assegnare un codice identificativo nazionale (cosiddetto Cin) a ogni immobile a uso abitativo che si intende affittare ai turisti;
Multa fino a 10mila euro per chi non segnala l’inizio dell’attività imprenditoriale (e qui bisognerà stabilire quando e in quale misura si diventa imprenditori della ricettività);
Imporre una durata minima del contratto di locazione turistica di due notti nei centri storici delle città metropolitane e nei Comuni ad alta densità turistica;
Introduzione della figura del property manager con Codice Ateco specifico, che raccoglie e versa la cedolare secca per conto dei proprietari.