LETTERE DA PIANO DI SORRENTO
“LA MORTE DI BERLUSCONI”
L’evento morte rappresenta per tutti gli esseri viventi un momento di riflessione sui valori dell’esistenza; comporta sempre un sacrale rispetto per chiunque, sia esso un umano o un appartenente al mondo animale o vegetale. Rispetto massimo dunque!
Ora, secondo il Foscolo, la morte dovrebbe essere: “dispensiera giusta di gloria”. Il che comporta, dopo l’evento, un bilancio esistenziale della persona scomparsa.
Sulla morte di Berlusconi, personaggio ben inserito nel tessuto sociale, un imprenditore che si è creato un impero economico, con la gestione delle sue reti televisive, per gli appoggi leciti ed illeciti ricevuti, che è stato anche persona pubblica, da uomo politico ha creato un partito, ha vinto le elezioni ed è diventato Presidente del Consiglio non una sola volta, c’è molto da dire e valutare.
Un personaggio molto chiacchierato, in Italia e all’estero. Agli occhi del mondo, quando ci ha rappresentato, ci ha fatto apparire quasi come “buffoni di corte”, ameni, barzellettari, poco seri.
Famose sono le sue battute sulla Merkel e su altri politici, le sue stravaganti sceneggiate negli incontri internazionali con altri capi di stato. Fu un periodo in cui, all’estero, guadagnammo il titolo di “Repubblica delle banane”.
Con la sua morte noi italiani abbiamo dimenticato immediatamente la sua condanna per evasione fiscale, i suoi numerosi processi, i pagamenti per corrompere parlamentari ed altre personalità. La sua iscrizione alla P2, i suoi “contatti” con la Mafia, l’amicizia con Dell’Utri, peraltro cofondatore di Forza Italia.
Durante il suo interregno non è stato varato alcun provvedimento in favore del Paese, mentre a difesa delle sue aziende e dei suoi interessi ha promulgato 28 o 29 leggi “ad personam”. Si aggiungono poi le celebri notti di Arcore che hanno scandalizzato il Paese per averle consumate in veste pubblica, di uomo dello Stato. In un’ondata improvvisa di emotività, nel giorno dei funerali, in amici e nemici è prevalso l’italico “volemose bene”.
In tutta onestà, aldilà di ogni polemica, Berlusconi è stato tollerato per i suoi vistosi conflitti di interesse, per la sua condotta scandalistica, per essere entrato in politica, non per fare politica ma per difendere le sue aziende. Se tutto questo risponde al vero risulta veramente esagerata la tentata volontà di santificarlo. È stato dichiarato il lutto nazionale, ha ricevuto i funerali di Stato, si è parlato, addirittura, di sospendere l’attività delle Camere per alcuni giorni. Non è quantomeno una vistosa disparità di trattamento rispetto a coloro che hanno sacrificato la loro esistenza per la difesa della Repubblica? Da quanto è dato di capire, all’estero sono rimasti increduli e non hanno molto apprezzato questo scodinzolare la coda, in pieno servilismo. Non si può sottacere la sensazione di quella presa in giro che il nostro uomo ha usato nei confronti degli altri.
A me viene da immaginare che Berlusconi sarebbe stato capace di uscire dalla bara e gridare: “Cucù, non è vero che sono morto”.
(avv. Augusto Maresca)