Masaf – Al via la Rete nazionale dei boschi vetusti, la Provincia di Salerno rappresenta il fiore all’occhiello della Regione Campania
Il Ministero dell’Agricoltura ha annunciato l’istituzione della Rete nazionale dei boschi vetusti, uno strumento per monitorare, proteggere e valorizzare la biodiversità del nostro Paese partendo dallo storico ecosistema forestale. La Rete, con cui l’Italia è capolista in Europa, porta la firma del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. In sintesi una foresta vetusta è un bosco primario o secondario che abbia raggiunto un’età nella quale specie e attributi strutturali normalmente associati con foreste primarie senescenti dello stesso tipo, si siano sufficientemente accumulati così da renderlo distinto come ecosistema rispetto a boschi più giovani. In Italia di boschi vetusti ve ne sono 166, per una superficie complessiva di oltre 4.000 ettari, ma, come il Masaf chiarisce, “devono essere estesi almeno 10 ettari, non utilizzati dall’uomo da oltre 60 anni e presentare tutti gli stadi di evoluzione naturale degli alberi”. Sull’esempio dunque del modello per la tutela degli straordinari alberi monumentali del nostro Paese, la Direzione generale delle foreste del Masaf osserverà e aggiornerà tutti i boschi vetusti riconosciuti dalle singole Regioni italiane. Il primo d’Italia è l’Abetina di Rosello, valutato come “Bosco Vetusto numero zero della Rete Nazionale dei Boschi Vetusti”. Oltre a essere georeferenziati sul sito del Masaf, i boschi vetusti andranno a formare la futura Carta forestale d’Italia, su cui stanno lavorando già la Direzione foreste del ministero, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) e l’Università di Firenze. Nella Rete nazionale dei boschi vetusti sarà presente anche una sezione speciale dove saranno inserite anche le foreste che l’UNESCO ha riconosciuto come «antiche faggete primordiali dei Carpazi e in altre regioni d’Europa» per un’ulteriore superficie complessiva di 2.150 ettari. Nella nostra Regione, la Campania, vi segnalo la provincia di Salerno, che con ben sei foreste da censire, è il territorio più ricco. Fra queste la più grande è quella di Cerreta Cognole nella cittadina di Montesano sulla Marcellana, su un territorio montuoso che presenta la maggiore superficie boschiva del Vallo di Diano. Si tratta di una delle più interessanti foreste dell’Italia meridionale per la protezione di flora e fauna in via d’estinzione. Questa foresta è anche sede di un allevamento per il ripopolamento del cervo, animale che aveva in passato eletto a dimora il Monte Cervati, come dimostra il nome e la presenza del cervo sullo stemma del confinante comune di Sanza. Fra foreste di cerro, arbusti tipici mediterranei e castagneti, a Cerreta – Cognole trovano ricovero anche altre specie animali a rischio di estinzione, fra cui il barbastello, un pipistrello ormai rarissimo, qualche lupo e varietà di picchio.Sempre nella provincia di Salerno troviamo poi le fasce boscate di Persano e le foreste Cuponi, Calvello, Mandria e Vesolo.
Link Masaf: https://www.politicheagricole.it/boschi_vetusti
Francesco Lollobrigida, ministro del Masaf