Passeggiando per le strade del centro storico di Napoli, il visitatore non può non recarsi nel dedalo di vicoletti e stradine che caratterizzano quella parte della città denominata “Quartieri Spagnoli”. Nel cuore del quartiere Montecalvario, i Quartieri degradano dolcemente dalle pendici della collina del Vomero fino a Via Toledo.
Fu proprio il Viceré spagnolo Don Pedro de Toledo che decise di acquartierare le truppe spagnole, presenti a Napoli, in un “quartiere” sito nel centro della città, al fine di prevenire insurrezioni popolari. Terminata la “funzione militare”, i Quartieri sono sempre stati contraddistinti da una vasta densità abitativa, con propri usi e costumi, che ha creato un “animus quartierano” all’interno del tessuto cittadino. Ed è proprio in questo luogo che scopriamo il cuore pulsante della città partenopea!
Il visitatore che si addentra nei vicoli viene immediatamente rapito dalle storie e dalle tradizioni che ogni palazzo antico, che ogni chiesa raccontano; pietre antiche che hanno conosciuto lo splendore e la miseria, l’arte e il degrado che uniti indissolubilmente hanno legato, con un filo ininterrotto, le varie epoche e dominazioni succedutesi nel corso del tempo a Napoli.
All’interno dei vicoli, numerose edicole sacre accolgono i visitatori tra una miriade di luci, accese dai fedeli, che illuminando le icone dei santi rischiarano al contempo il cammino dei passanti; sovente, al passaggio, gli abitanti del Quartiere invocano la protezione del santo. Un luminoso invito fatto alle persone di immergersi nel vicolo, ad osservarne i particolari, ad ascoltarne il dialetto, a percepirne gli odori provenienti dalle cucine delle numerose trattorie della zona e dai vasci, tipiche abitazioni poste al livello stradale, un tempo simbolo di degrado, oggi, invece, estremamente gettonate dai turisti.Le numerose chiese raccontano la fede che contraddistingue il Quartiere tra cui la seicentesca chiesa di Santa Maria delle Grazie a Toledo, il cui altare, realizzato da Giuseppe Sammartino, autore del Cristo Velato, è attorniato da due statue realizzate dallo scultore Tito Angelini; la chiesa dedicata a Santa Maria Francesca delle cinque piaghe di Gesù Cristo, dove si trova la famosa “sedia della fertilità”, appartenuta alla Santa, sulla quale siedono le donne che, riscontrati problemi nel concepimento, supplicano la Santa di divenire madri, o la cinquecentesca chiesa monumentale, in stile barocco di Santa Maria della Mercede a Montecalvario, il cui altare maggiore è attribuito a Cosimo Fanzago.
Camminando per i vicoli ci imbatteremo anche in numerosi murales, molti dei quali diventati vere e proprie icone. In particolare, ricordiamo il murale dedicato all’idolo del calcio Diego Armando Maradona, realizzato, in via De Deo, nel 1990, dall’artista napoletano Mario Filardi e, successivamente “restaurato” dal writer argentino Francisco Bosoletti. Una opera divenuta un vero e proprio luogo di pellegrinaggio dopo la prematura scomparsa del campione argentino dal cuore partenopeo. Tra i murales dei Quartieri particolarmente apprezzati sono quelli dedicati al filosofo napoletano Luciano De Crescenzo, in Via Tre Regine; quelli dedicati a Totò, ai fratelli De Filippo e a Nino Taranto, in Via Portacarrese a Montecalvario e, infine, quello dedicato all’eroina napoletana Eleonora Pimentel de Fonseca, in Via Sant’Anna di Palazzo.
Alla fine del percorso, è d’obbligo attraversare il Mercato della Pignasecca, dove, tra le molteplici bancarelle che contraddistinguono questo caratteristico bazar a cielo aperto, potremo degustare una buona pizza al portafoglio o un cuoppo fritto, dissetandoci, poi, con uno spritz, preparato da uno dei tanti chioschetti dei Quartieri.
Insomma non resta che perderci nei Quartieri per assorbirne l’essenza, lasciandoci trasportare dallo spirito del luogo.