Operazione Avalanche iniziative da Maiori a Paestum, ma il museo dello sbarco è a rischio

Operazione Avalanche iniziative da Maiori a Paestum, ma il museo dello sbarco è a rischio
Quattro mesi di iniziative, ottanta eventi già in cartellone ed una rete di associazioni ed enti che li ha promossi. Le celebrazioni per l’ottantesimo anniversario dell’Operazione Avalanche sono iniziate ufficialmente ieri e dureranno fino ad ottobre, toccando vari comuni della provincia, con commemorazioni, mostre, spettacoli teatrali, concerti, convegni, per ricordare a tutti che «per uomini – circa 180mila – e mezzi, effettivamente lo sbarco avvenuto lungo i quaranta chilometri di litorale tra Paestum e Maiori è stato secondo solo alla Normandia. Ma nove mesi prima», come scrive Eduardo Scotti nella brochure del programma. Ieri la presentazione delle iniziative alla Provincia, l’ente che si è fatto promotore della costituzione di un comitato, il comitato Avalanche, che ha ideato il programma ed il logo.
IL PROGETTO
«Abbiamo messo insieme per la prima volta un progetto unitario con ottanta eventi – ha detto il presidente della Provincia, Franco Alfieri – Si tratta di un passo importante che accende i motori per le attività degli anni a venire. Questa è la base da cui partire e su cui lavorare, ci auguriamo di poter incrementare il programma grazie ad interventi di natura finanziaria. Abbiamo fatto una richiesta in tal senso alla Regione ed auspichiamo di trovare altri fondi. Il programma è iniziato con l’inaugurazione a Cava del Museo di Mamma Lucia, una storia bellissima che ci dimostra come abbiamo intorno a noi tanti esempi di persone semplici, senza dover scomodare la storia». Ma ad irrompere, durante la conferenza stampa, è l’attualità, in particolare le polemiche legate alla sopravvivenza del Museo dello Sbarco, dopo che la Regione ha chiesto che vengano pagati i novemila euro di fitti arretrati per la sede di via Clark. «Il museo è allocato in 287 mq di proprietà della Regione dove però piove dentro – ha ricordato Nicola Oddati, presidente dell’associazione Parco della memoria ed anima del Museo dello Sbarco – Siamo stati chiusi per due anni, il nostro museo si regge solo sugli ingressi non avendo mai avuto finanziamenti pubblici. Da cinque anni è ferma la nostra richiesta di diventare museo regionale. Se qualche Comune vuole il museo, siamo disposti a cederlo. Abbiamo ricevuto una promessa da Pontecagnano, ma se avessi ricevuto un euro per ogni promessa fattami, adesso sarei ricco. Se entro un mese non riusciamo a trovare i soldi, dobbiamo chiudere davvero. Eppure se oggi si parla dello Sbarco a Salerno è grazie alla nostra idea di rilanciare questo importante evento».
LE INTERPELLANZE
Il caso è finito anche in Parlamento. Una interpellanza urgente al ministro della cultura Sangiuliano, è stata presentata dal gruppo Noi Moderati, con primo firmatario Maurizio Lupi su iniziativa del vice presidente Pino Bicchielli. «Ce la stiamo mettendo tutta per salvare il Museo dello Sbarco, ci siamo fatti portavoce delle tante difficoltà che oggi vive l’associazione e di fronte all’imbarazzante silenzio della Regione Campania e del Comune di Salerno noi andiamo oltre, chiedendo al governo un intervento autorevole – ha dichiarato Bicchielli – Siamo certi che il ministro Sangiuliano, con il suo autorevole intervento, sosterrà la nostra battaglia per evitare che, ancora una volta, un pezzo fondamentale della nostra storia vada via da questa città per trovare ospitalità altrove». Franco Mari, parlamentare salernitano di Alleanza Verdi Sinistra, parte dal caso del Museo dello Sbarco per soffermarsi sul problema della destinazione degli spazi pubblici, denunciando come a Salerno, «si cancellano sistematicamente le tracce della memoria collettiva e, soprattutto, non si è capaci di valorizzare un museo storico che altre città d’Italia e d’Europa saprebbero invece valorizzare». «Quella della carenza di spazi culturali ed espositivi – ha aggiunto – è questione di cui ci siamo occupati più volte in passato, ma pure adesso, anche di fronte alla richiesta della Regione, dobbiamo ribadire come sia diventata urgente e non più rinviabile una discussione pubblica, quindi non limitata al consiglio comunale ed ai maggiorenti della politica salernitana, sulla destinazione di alcuni immobili pubblici che possono utilmente essere destinati a questo scopo. A partire dall’ex Tribunale e dalla palazzina Liberty di via dei Greci».