Rudi Garcia al Napoli, conosciamo meglio il nuovo allenatore degli azzurri

16 giugno 2023 | 11:53
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Rudi Garcia al Napoli, conosciamo meglio il nuovo allenatore degli azzurri

Rudi Garcia al Napoli, conosciamo meglio il nuovo allenatore degli azzurri
Tramite un annuncio sul suo profilo twitter, Aurelio De Laurentiis, nella giornata di ieri, ha annunciato l’arrivo di Rudi Garcia come nuovo allenatore del Napoli.
Il coach ha firmato un contratto di due anni più uno di opzione, con uno stipendio di tre milioni di euro netti all’anno più ulteriori bonus legati ai risultati.
Proviamo a ripercorrere quali sono state le tappe della carriera di Rudi Garcia, in modo da poter analizzare la scelta – che ha lasciato tutti di sasso – del presidente De Laurentiis -.

Che modulo utilizza?

Una delle poche certezze che aveva messo sul piatto il patron del Napoli era quello di voler puntare sempre sullo schema prediletto, che tanta bellezza ed efficacia ha portato e continua a portare, ovvero il 4-3-3, e Rudi Garcia – al netto degli ultimi nomi circolati nell’ambiente partenopeo – rappresentava l’unico, probabilmente, candidato ad adottare questo modulo, anche se, nel corso della sua lunga carriera, lo ha spesso alternato con il 4-2-3-1.
Nel grande cerchio, composto dai numerosi candidati al ruolo di allenatore, i nomi che stavano emergendo in maniera prepotente non avevano, come modulo di utilizzo, il 4-3-3. Paulo Sousa si è sempre rivelato un allenatore molto versatile e capace ma mai preponderante verso il 4-3-3, lo stesso Galtier, allenatore dall’indubbio valore, non adotta spesso quell’ordinamento tattico.
Sicuramente una gran parte della tifoseria spingeva molto per Luis Enrique, che, per dettami tattici, profilo e appeal, rappresentava il nome decisamente più suggestivo, ma lo spagnolo ha sempre strizzato in modo particolare l’occhio alla Premier League e, con ogni probabilità, preferisce fermarsi ancora per un anno ed attendere un’eventuale chiamata inglese.

Gli inizi in Francia con Saint Etienne, Dijon e Le Mans

Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo Rudi Garcia ha cominciato allenando le giovanili dell’ AS Corbeil-Essonnes dal 1994 al 1996, per poi, nei successivi due anni, diventare l’allenatore della prima squadra, concludendo il suo mandato nel 1998.
Ha esordito poi come collaboratore tecnico del Saint Etienne e, a partire dal 2001, è diventato allenatore della prima squadra, in coppia con Jean-Guy Wallemme.
I primi buoni risultati arrivano con il Dijon, squadra che allena dal 2002 al 2007, riuscendo a centrare la promozione in Ligue 2 nel 2004 e a mantenere quella categoria fino alla fine del suo mandato.
Per un anno poi viene ingaggiato dal Le Mans, squadra con cui ottiene un buon nono posto nella massima divisione francese e una semifinale di Coppa di lega.

La vittoria con il Lille

Nel 2008 il Lille decide di optare per l’esonero di Claude Puel e di prendere, come suo sostituto, Rudi Garcia.
Al primo anno centra la qualificazione all’Europa League per poi, in seguito a delle divergenze di vedute con l’allora direttore sportivo Xavier Thuilot, decide di dimettersi, salvo poi ritornare sui suoi passi, grazie anche al contributo decisivo del presidente Michel Seydoux.
Nel 2010/2011 vive, senza alcun dubbio, la miglior annata della sua carriera, centrando il double, battendo in finale di coppa il Paris-Saint Germain per 1-0 e conquistando, qualche settimana più tardi, lo scudetto, dominandolo e terminando a +8 sull’Olympique Marsiglia, per intenderci il suo Lille aveva un certo Eden Hazard che, di li a poco, sarebbe diventato uno dei giocatori più forti d’Europa.
Non riesce a ripetere alcun successo e due anni dopo dal trionfo lascia il Lille per accasarsi alla Roma.

L’approdo in Italia

Garcia diventa, il 12 giugno 2013, il nuovo allenatore della Roma, firmando un contratto biennale.
Al suo primo anno alla guida della Roma mette a segno dieci vittorie consecutive, strisca poi terminata con il k.o inflitto dalla Juventus per 3-0.
Riesce a mantenere un buon andamento che però culmina con tre sconfitte consecutive, che taglia definitivamente fuori dai giochi la sua Roma dalla corsa scudetto e terminando il suo primo anno al secondo posto con 85 punti  – allora il record dei punti in una stagione di serie a per la Roma, record poi battuto da Spalletti nell’anno 2016-2017 con 87 punti -.
Nel secondo anno bissa il secondo posto, con non poche difficoltà, per poi essere esonerato nel corso del suo terzo anno da allenatore della Roma per via di continui risultati non positivi.

Il ritorno in Francia e la finale di Europa League

Ritorna in Francia, stavolta per dirigere l’Olympique Marsiglia, prendendo una squadra che, in quel momento, stazionava al dodicesimo posto.
Riesce a risalire la china portandola, al termine della stagione, a concludere al quinto posto in campionato, ma nelle due coppe nazionali esce agli ottavi per mano del Monaco e del Sochaux.
Il secondo anno è senza dubbio quello migliore alla guida del Marsiglia dove migliora il risultato finale in campionato, terminando quarto, non va oltre gli ottavi della Coupe de la Ligue e oltre i quarti della Coppa di Lega, ma raggiunge una prestigiosa  finale di Europa League, persa con il punteggio di 3-0 contro l’Atletico Madrid del Cholo Simeone.
Il terzo ed ultimo anno è quello più negativo, dove non riesce ad essere cin alcun modo competitivo e, a fine anno, annuncia l’addio.

Ad un passo dalla finale con il Lione

Approda al Lione in sostituzione di Sylvinho, ex calciatore del Barcellona che era stato autore di un avvio non brillante.
In campionato arriva settimo ma è nelle coppe che ottiene straordinari risultati. Perde in finale ai calci di rigore contro il Psg nella Coupe de la Ligue e in Champions League è autore di un grande percorso che li porta ad estromettere la Juventus di Maurizio Sarri agli ottavi e, in piena pandemia, il Manchester City di Pep Guardiola, prima di essere eliminato dal Bayern Monaco, che, di li a poco, avrebbe sollevato il trofeo.
Resta per un altro anno dove non centra la qualificazione alla Champions League e decide di lasciare.

La chiamata araba

A fine giugno del 2022 Rudi Garcia firma un contratto che lo lega all’Al Nassr ma l’esperienza dura appena 23 partite, infatti, per divergenze con alcuni giocatori della rosa, decide di dimettersi.

Anche questa volta il presidente Aurelio De Laurentiis ci ha sorpreso e se da una parte troviamo coloro che sostengono a spada tratta le mosse del patron dei partenopei, dall’altra troviamo una miriade di persone deluse dal mancato approdo di un tecnico di maggior rilievo internazionale, degno di poter continuare il grandissimo lavoro svolto dal tecnico di Certaldo.
Una cosa però è certa, nella sua lunga carriera da presidente, De Laurentiis ha sempre ponderato con grande cura e maniacalità le sue scelte, avendo poi alla fine sempre ragione.
Le parole vanno lasciate al campo, che resta, da sempre, il giudice supremo.