Ultimo giorno di scuola per tutti gli studenti domani, venerdì 9 giugno; dovranno ancora studiare gli alunni impegnati negli esami di terza media e di maturità.
Ora si ripropone tra i docenti e i genitori il solito dilemma sui compiti estivi:. da assegnare? Se sì, quanti? Oppure da eliminare completamente?
Le opinioni sono discordanti.
Chi è contrario ai compiti estivi, ritiene che siano inutili, dannosi, discriminanti: avvantaggiano gli studenti avvantaggiati, quelli che hanno genitori premurosi e istruiti, e penalizzano chi vive in ambienti deprivati, stressanti e assurdi: si danno persino i “compiti per le vacanze”: un ossimoro, un assurdo logico (e pedagogico), giacché le vacanze sono tali, o dovrebbero esserlo, proprio perché liberano dagli affanni feriali e invece si trasformano in un supplizio, creando stress, sofferenza, insofferenza.
Dall’altro lato si schierano coloro che sono favorevoli all’allenamento estivo attraverso i compiti assegnati; aspettarsi che siano i ragazzi che, volontariamente leggono, fanno un tema o ripetono la matematica è un’utopia; quindi devono avere un assegno e, soprattutto, sapere che al rientro, i compiti saranno corretti dai docenti.
Cosa dice la legge sui compiti per le vacanze? Secondo quanto previsto, non esiste una legge specifica che preveda obblighi o esoneri dai compiti a casa per gli studenti durante le vacanze ma, considerando che vige la cosiddetta autonomia scolastica, ogni scuola è libera di decidere se dare o meno i compiti delle vacanze agli studenti.