Sette tappe per godersi un weekend in costiera amalfitana secondo il sito “Artribune”

Il sito “Artribune” propone un itinerario in sette tappe per un weekend indimenticabile in Costiera Amalfitana tra archeologia, arte e natura.
Riportiamo l’interessante articolo a firma di Livia Montagnoli: «Un’incursione di inizio estate nei luoghi più significativi della Costiera Amalfitana, il tratto di costa tirrenica che si estende da Positano a Vietri sul Mare, nella provincia di Salerno. Patrimonio dell’Unesco dal 1997, destinazione ambita dal turismo internazionale come da quello italiano, la Costiera non ha certo bisogno di incentivi alla visita. Ma qui proviamo a tracciare un itinerario che tocchi siti museali e spazi d’arte meno conosciuti dell’imperdibile Duomo di Amalfi (stratificazione di Romanico, Barocco e Roccocò, introdotto da una scenografica scalinata; all’interno si rivela il Chiostro del Paradiso), della cupola rivestita di maioliche colorate di Ravello (nella cattedrale dedicata all’Assunta, custode di un’antica icona bizantina), della Grotta dello Smeraldo a Conca dei Marini (accessibile anche tramite un ascensore che scende dalla statale 163), del fiordo di Furore (al cinema con Roberto Rossellini e Federico Fellini) del borgo di Atrani (Comune più piccolo d’Italia), delle ceramiche di Vietri (vale un passaggio l’Antica Fabbrica di Ceramiche Artistiche progettata dall’architetto Paolo Soleri negli Anni Cinquanta, oggi Ceramica Artistica Solimene).
1. IL MUSEO ARCHEOLOGICO DI POSITANO
Ospitato all’interno di una villa romana riportata alla luce sotto alla chiesa di Santa Maria Assunta, il Museo Archeologico di Positano racconta, innanzitutto, di quanto i patrizi romani amassero la Costiera Amalfitana, che già all’epoca doveva ospitare molte residenze di villeggiatura sfarzose. La Villa d’Ozio affacciata sul mare e sommersa dalle ceneri dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. era una di queste: negli Anni Duemila gli archeologi hanno riportato alla luce gli ambienti ipogei sotto al piano di calpestio della chiesa medievale, rinvenendo anche una stanza completamente affrescata con pitture in IV Stile, oltre a numerose suppellettili di uso domestico ed elementi di arredo. Nel 2018 si è così deciso di allestire un percorso museale nel cantiere (che comprende anche la cripta medievale della chiesa), sostenuto da un approccio interattivo e multimediale. La visita si può prenotare online.
2. IL MUSEO DELLA BUSSOLA E DEL DUCATO MARINARO DI AMALFI
Il giovane museo – l’inaugurazione risale all’estate 2022 – è stato ideato per raccontare la storia di Amalfi e della sua tradizione marinara, proprio negli spazi di un edificio emblematico dell’antica potenza della città, l’Arsenale della Repubblica marinara. L’allestimento immersivo e tecnologico valorizza cimeli come la Tabula de Amalpha, pietra miliare del diritto marittimo e tra i più importanti documenti della storia medievale italiana, o i reperti archeologici recuperati dai fondali marini. Numerosi gli strumenti di orientamento nautico; esposta anche la riproduzione tridimensionale del plastico forma urbis del XIII secolo.
3. IL MUSEO DELLA CARTA DI AMALFI
Tra il XII e il XIII secolo, le Repubbliche Marinare furono porta d’accesso per l’arrivo della carta in Italia dai fondachi della Siria e della Palestina. Ad Amalfi si sviluppò una vera e propria industria cartaria che vide in breve tempo nascere e svilupparsi innumerevoli cartiere, impiantate lungo la Valle dei Mulini, dove l’abbondanza di acqua favorì lo sviluppo dei processi di produzione seriali con i macchinari azionati dalla forza motrice. Nel Settecento, erano in attività nel centro cittadino 11 cartiere della capacità di 83 pile (le vasche di pietra in cui si pestavano i cenci per farne carta): la materia prima impiegata per la produzione di carta erano gli stracci. Furono le difficoltà logistiche dovute all’ubicazione della Valle dei Mulini, le difficoltà di approvvigionamento di stracci e la mancanza di acque abbondanti a regime costante a determinare il progressivo declino delle cartiere di Amalfi, definitivamente stroncate dall’alluvione del 1954. Si è tramandata, però, la tecnica di lavorazione della carta a mano, ancora protagonista presso il Museo della Carta ospitato proprio in un’antica cartiera del XIII secolo, dove sono stati riuniti i magli in legno, la macchina Olandese, le presse settecentesche e tutte le attrezzature che hanno coadiuvato la produzione nel corso dei secoli. Le macchine sono state restaurate e rese funzionanti, per offrire durante la visita una dimostrazione di come doveva svolgersi il lavoro dei cartai.
4. IL RAVELLO DIGITAL GRAND TOUR
Boccaccio, D.H. Lawrence, Gore Vidal, Virginia Woolf, Greta Garbo, Richard Wagner (che nel Giardino di Villa Rufolo ambientò il Parsifal) sono solo alcuni degli artisti, letterati e intellettuali che nel corso dei secoli sono rimasti affascinati da Ravello, che condensa un patrimonio culturale e paesaggistico di rara bellezza. La rete sentieristica ribattezzata Ravello Digital Grand Tour – con riferimento al fenomeno che tra il XVIII e il XIX secolo portò l’aristocrazia europea alla scoperta dei principali siti d’interesse culturale, determinando anche molte presenze in Costiera – offre una chiave di lettura ideale per chi voglia esplorare le bellezze del territorio comunale a ritmo lento. La mappa digitale dei sentieri montani che dal borgo conducono verso l’entroterra, rivelando scenografici affacci sul mare, è stata perfezionata nell’autunno 2022, ed è agilmente consultabile online sul sito del Comune, o scaricabile in app. Dieci sono i percorsi dedicati agli artisti e intellettuali che a Ravello hanno legato il loro nome: da Forster a Gide, da Escher a Pasolini, da Wagner a Reid. Dieci sentieri, ognuno contraddistinto da un colore, di varia difficoltà, che attraversano castagneti e limoneti, incontrando chiese, antica vestigia medievali e architetture rurali.
5. L’AUDITORIUM DI OSCAR NIEMEYER A RAVELLO
Ravello è anche Città della Musica e alla sua tradizione musicale si è voluto rendere omaggio, negli Anni Duemila, con l’Auditorium affidato alla progettazione di Oscar Niemeyer (Rio de Janeiro, 1907 – 2012). Dieci anni sono stati necessari per completare l’edificio (il cantiere, però, è stato avviato solo nel 2008 e concluso nel 2010, seguito dallo studio italiano Alvisi Kirimoto + Partners), che con il suo andamento curvilineo asseconda il profilo della costa amalfitana, integrandosi con il paesaggio senza imporre la sua presenza (non senza polemiche: Niemeyer progettò le dimensioni dell’edificio senza mai essere stato a Ravello, e il risultato finale fu contestato come “abuso edilizio” da Italia Nostra). In posizione panoramica, la progettazione ha privilegiato gli affacci sul mare, dall’esterno e dall’interno dell’edificio, dotato di 400 posti a sedere che sfruttano il declivio naturale del terreno e sono protetti da una cupola, mentre l’orchestra e il foyer sporgono nel vuoto senza sostegni. Le visite guidate, previa prenotazione online, consentono di approfondire la storia, l’architettura, il valore urbanistico e culturale dell’Auditorium.
6. UNA BOCCATA D’ARTE A CETARA. LA NEVE ARRIVA AL MARE
Nel 2023, il borgo marinaro di Cetara, associato all’antica produzione della colatura di alici, partecipa al progetto diffuso sul territorio nazionale Una Boccata d’Arte, nato con l’obiettivo di rendere l’arte accessibile a tutti, portandola nei luoghi pubblici. Protagonista a Cetara è l’artista Serena Vestrucci (Milano, 1986), con il progetto Abbronzatissimi Pallidissimi, coordinato da Giulia Pollicita: l’intervento diffuso innesca una “perturbazione atmosferica” portando la neve al mare, grazie a tre pupazzi di neve realizzati con sale marino, luccicanti – un richiamo al processo di produzione della colatura di alici – la cui presenza invita a riflettere sul valore dell’accoglienza e dell’ospitalità. Ma i pupazzi di neve si ritrovano anche nei negozi di Cetara, in ritratti dipinti con il succo dei limoni della Costiera.
7. IL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI PONTECAGNANO
Si deve procedere per una ventina di chilometri oltre l’ultimo paese della Costiera (Vietri sul Mare), in direzione Salerno, per raggiungere il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano. Uno sconfinamento che vale il viaggio per visitare la mostra Per terra e per mare. Gli Etruschi di frontiera tra mobilità e integrazione, prossima a inaugurare (il 30 giugno) e allestita per tutta l’estate 2023 (fino al 10 settembre). Pontecagnano lega infatti la sua storia alla civiltà etrusca, che qui, tra l’IX e il III secolo a.C., stabilì il suo insediamento più a sud d’Italia. Sessant’anni di scavi e di studi sulla materia hanno permesso di ricostruire la vita, i commerci, i contatti con gli altri popoli del Mediterraneo della comunità etrusca di Pontecagnano, centro fiorente sia per la grande disponibilità di terre coltivabili, sia per la proiezione costiera assicurata da facili approdi. La mostra al Museo Archeologico, anche con l’ausilio di tecnologie digitali, ne offre un interessante spaccato».