Un paese in festa… tra fede e tradizione
Quanta fede nella tradizionale festa degli Altari per il Corpus Domini ai Colli di Fontanelle!
È quasi un secolo che questo rito religioso si ripete con la stessa devozione e con la stessa passione: si preparano gli Altari con la tecnica dell’infioritura (l’altare di su, collocato nella piazzetta principale del paese) e con la tecnica della segatura colorata (l’altare di giù, situato nello spazio di fronte all’incrocio tra via Nastro Azzurro e via Colli di Fontanelle).
Oltre questi due, ne vengono preparati altri, più piccoli, ma altrettanto significativi, allestiti negli spazi antistanti alle abitazioni lungo il percorso della processione che va da un altare all’altro e c’è anche chi ancora stende sui balconi coperte bianche ricamante, in ricordo di usanze antiche, ormai quasi dimenticate.
Sono altari volti a rappresentare la solennità del Corpus Domini attraverso i messaggi evangelici che sollecitano i fedeli alla vita cristiana.
È il Consiglio Pastorale, presieduto dal parroco, Don Antonino De Maio, che decide la tematica da trattare e il resto lo fanno poi i fedeli che partecipano attivamente al lavoro di ideazione e di realizzazione delle opere che ogni anno stupiscono per la bellezza, l’originalità, la creatività, l’incisività dei simboli e del messaggio religioso.
Quest’anno si è posta l’attenzione sulla forza dello Spirito Santo che ci spinge ad agire da autentici cristiani e a diffondere la Parola di Dio.
Di qui la rappresentazione nell’Altare di su del Cristo, al centro di un calice con ostia, che si offre per la redenzione dell’umanità: con una mano indica il suo grande cuore e con l’altra benedice il suo popolo mentre elargisce doni spirituali (raggi colorati) ai devoti.
L’altare di giù ha rappresentato la forza dello Spirito che con i suoi sette doni incoraggia e supporta i fedeli (colomba irradiata da raggi colorati); invita al rinnovamento (l’acqua che scorre ricorda il Battesimo) e alla missionarietà (le fiamme del fuoco dello Spirito) per ricordare a tutti che un vero cristiano è sempre portatore del Vangelo.
Don Antonino ha ricordato nell’omelia il lavoro dei tanti fedeli che, di anno in anno, impegnano il loro tempo nella preparazione dei pannelli che costituiscono gli altari.
Tanto lavoro per pochi minuti sembra tempo sprecato – ha detto.
E invece qui sta il valore di chi sa donarsi agli altri, senza remore e senza tornaconto, solo per fede e per amore verso il prossimo – ha poi specificato.
E non sono pochi quelli che hanno partecipato anche quest’anno se si considera il coinvolgimento anche dei bambini e dei ragazzini ai quali è stato dato il compito di
preparare i tappeti di fiori sui quali è passato il sacerdote con l’Ostensorio per raggiungere gli Altari e impartire la benedizione.
Con pennelli e pennarelli, tempere e pastelli, forbici e carta, i piccoli hanno colorato e ritagliato le parti del tappeto che poi sono state ricomposte sulla strada.
E così hanno partecipato anche loro, attivamente e allegramente, alla tradizione del paese in festa, in nome di una tradizione ormai quasi secolare che rende unica questa “infiorata” per la verticalità delle preparazioni, non disposte su piano orizzontale come in tutti gli altri paesi in cui si pratica la stessa arte.
Animatore della Cultura e della Comunicazione
Anna Guarracino