E venne dal mare e fu subito amata da tutto il popolo minorese: Santa Trofimena arrivava in una urna da Patti in Sicilia. Ma l’avidità ed i sogni di gloria del principe Sicardo di Benevento la sottrassero a Minori scaraventando nella totale disperazione i suoi fedeli. Ma Sicardo fu convinto della restituzione e le spoglie della Santa arrivarono di nuovo a Minori in Costiera amalfitana il 13 di luglio, dopo una sosta a Salerno, dell’anno 839.
Un tempo tutto il bel borgo era preparato a festa con luminarie multicolori alla cui realizzazione partecipavano economicamente i pastai, i cartai, i pescatori, i limonari secondo la possibilità, ma con grande fede e devozione.
La festa si svolgeva per lo più in tre giorni con mercatino (‘e bancarelle)giostre ed una moltitudine di persone che arrivavano sia dai centri vicini che, per l’occasione, dai Paesi verso cui avevano emigrato per necessità.
Arrivava già il 12 di buon mattino la banda musicale (i musicanti venivano sistemati nel palazzo scolastico) dai centri pugliesi o dell’alta Campania scelta dai “masti di festa” che avevano il compito di visionarne alcuni; come pure il fuochista che doveva lanciare in aria “rose” perfette e ben colorate, verso la mezzanotte quando tutti rientravano con i fanciulletti che faticavano a camminare per il sonno e la stanchezza. Durante il percorso della processione in alcuni punti diversi cittadini preparavano le “batterie” che venivano accese al passaggio della Santa.
Era festa grande ed attesa perchè ai tempi le feste erano poche : e tutti le aspettavano come diversivo alla monotonia quotidiana: vestito nuovo sia per il pontificale che per seguire la processione. Ed era festa anche il giorno dopo quando al posto della banda musicale veniva chiamato un complesso di musica leggera con repertorio per lo più di melodie napoletane